In arrivo il nuovo Messale in lingua francese

Domenica 29 novembre 2020, prima domenica di Avvento, nella diocesi di Lugano è stato introdotto ufficialmente il nuovo Messale nelle parrocchie che seguono il Rito Romano. Si tratta della terza versione in lingua italiana, dopo quella del 1973 e del 1983. Per capire bene la storia e le novità racchiuse in questa nuova pubblicazione leggi l’intervista a don Emanuele Di Marco e il commento di don Giorgio Paximadi.

In area francofona (Francia, Belgio e Svizzera francese) invece sono ancora in attesa della nuova traduzione che è pronta ma ritardi nella stampa hanno costretto, in Svizzera, i vescovi diocesani e l’abate di Saint-Maurice a rinviare a tempo indeterminato l’introduzione del nuovo Messale.

Ritardi nella consegna

Anche molte parrocchie in Francia aspettano ancora la consegna del messale, riporta il quotidiano La Croix. Pubblicato dalla casa Mame-Desclée, la nuova traduzione è stata messa in vendita il 2 novembre. Ma delle 25.000 unità previste, sono state consegnate circa la metà. I fattori alla base di questi ritardi sono: la carenza globale di carta, difficoltà nell’eseguire la rilegatura in tempo (parte del lavoro è svolto a mano) e il mercato dei libri sta vivendo un dinamismo senza precedenti. Questa maggiore attività sta causando tensioni nella logistica e nella distribuzione.

Come viene tradotto il messale?

La nuova traduzione del Messale Romano risponde alla richiesta dell’istruzione Liturgiam authenticam (2001) di avvicinarsi all’originale latino e di rispettare un certo numero di regole per salvaguardare l’unità della liturgia romana nella diversità delle lingue.

Questo lavoro è stato realizzato in francese da una commissione internazionale – la COMIRO – posta sotto l’autorità della Commissione episcopale francofona per le traduzioni liturgiche (CEFTL). L’edizione italiana invece è stata curata dalla CEI (Conferenza episcopale italiana). Questo lavoro lungo, perseverante e preciso, iniziato nel 2003, ha dovuto rispettare tre fedeltà talvolta difficili da conciliare: la fedeltà al testo originale latino, la fedeltà alla lingua in cui il testo è tradotto e la fedeltà all’intelligibilità del testo per i lettori contemporanei, nota padre Henri Delhougne, coordinatore del COMIRO. La finalizzazione finale, preceduta dal riconoscimento da parte di Roma, è avvenuta nell’estate del 2020.

Il Messale attraverso la storia

Il messale è il libro per la celebrazione della messa. Ma non è sempre stato così. Durante il primo millennio, i tre libri usati per l’Eucaristia erano il sacramentario (preghiere per il vescovo o il sacerdote), il lezionario (per la proclamazione della Parola di Dio) e l’antifonario (per i cantori). L’eucaristia coinvolgeva quindi diversi ministri.

Carlo Magno, imperatore d’Occidente dall’800 all’814, giocò un ruolo importante nella storia della liturgia usandola come strumento per unificare il suo impero. Ha scelto di imporre la liturgia della Chiesa di Roma, celebrata in latino, ai vari popoli che parlavano lingue diverse. Gli studiosi e i liturgisti che circondavano l’imperatore completarono allora questa liturgia romana, che divenne così una liturgia romano-francese in latino.

Al volgere del millennio, si sviluppò la pratica della messa privata, celebrata dal solo prete, senza assemblea. Da qui la composizione di un «messale plenario» che contiene tutti gli elementi: preghiere, letture e canti. Questa pratica fu approvata e formalizzata dalla riforma di Papa Gregorio VII (1073-1095). Il Missale Romanum (1570) del Concilio di Trento, pubblicato per ristabilire la pace liturgica dopo il tumulto causato dalla Riforma protestante, ha ripreso questi stessi elementi fino al Vaticano II.

La riforma liturgica del Vaticano II, le cui premesse risalgono al Movimento Liturgico della metà del XIX secolo, è dettata dai testi del Concilio Sacrosanctum Concilium e Lumen Gentium. Ha enfatizzato la Chiesa come comunione e la liturgia come «la Chiesa in preghiera», risultando in un nuovo stile di celebrazione. La comunità si riunisce intorno all’altare e i ministeri vengono ridistribuiti, specialmente quello del diacono e del lettore. La concelebrazione è stata riscoperta. Il passaggio dal latino alle lingue moderne dovrebbe incoraggiare la partecipazione di tutti i fedeli. La Parola di Dio fu più ampiamente accettata, in particolare attraverso l’introduzione di un ciclo triennale di letture bibliche.

E in tedesco?

La storia dello sviluppo della nuova traduzione tedesca del Missale Romanum è movimentata e ha avuto diversi colpi di scena senza successo. Nel 2001, l’istruzione romana Liturgiam authenticam ha richiesto una revisione del Messale del 1970. Oltre ai gruppi di lavoro istituiti dalle commissioni liturgiche delle conferenze episcopali dei paesi di lingua tedesca, la Congregazione Romana per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha istituito una commissione di vescovi di lingua tedesca per lavorare sulla traduzione: Ecclesia Celebrans. A causa della reazione negativa di molti vescovi, il lavoro della Commissione Ecclesia Celebrans non fu approvato dalle Conferenze Episcopali di Germania, Austria e Svizzera. Di conseguenza, anche il lavoro dell’altra commissione, istituita dalle Conferenze episcopali, è rimasto in sospeso. La pubblicazione nel 2017 del Motu Proprio Magnum Principium di Papa Francesco ha messo fine al dibattito, almeno temporaneamente, e ha posto di fatto fine alla Commissione Ecclesia Celebrans. Tuttavia, la pubblicazione di un nuovo Messale non sembra essere una priorità attuale nei paesi di lingua tedesca.

(cath.ch / adattamento catt.ch)

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/in-arrivo-il-nuovo-messale-in-lingua-francese/