«È arrivato per primo alla meta del Cielo»

«Giacomo era l’uomo della costanza: sempre presente, soprattutto nelle piccole cose, quelle che contano davvero». Sono voci commosse quelle che ci giungono in queste ore dagli amici che hanno conosciuto Giacomo Lardelli, giovane docente di Balerna scomparso lo mercoledì 22 dicembre 2021, all’età di 30anni a seguito di una terribile malattia. A parlare per primo è un amico che ha condiviso con lui molti pellegrinaggi a Lourdes, con i malati della diocesi, grazie a un’amicizia cresciuta e consolidatasi nel tempo: «Nel viaggio verso Lourdes condividevamo in treno quasi sempre lo stesso scomparto. Ma la nostra amicizia inizia ai tempi del liceo e dalla passione condivisa per le lingue antiche, il latino e il greco. Partecipavo anche al cineforum, che aveva messo in piedi con i suoi fratelli e le sue sorelle a Balerna. Un momento di discussione e confronto prezioso. Nella vita di tutti i giorni ci vedevamo anche solo per parlare. Era un’amicizia fatta di gesti concreti».

Anche Ivo Pellegrini, già Presidente dell’Ospitalità Diocesana «Nostra Signora di Lourdes», attinge commosso agli anni passati: «Ricordo la disponibilità, la cordialità, la gioia e l’allegria intensa che non davano solo coraggio e slancio ai più giovani, ma anche a chi prestava servizio nell’Ospitalità da diversi anni. Giacomo non si tirava mai indietro. Regalava a ogni malato il suo sorriso, rideva e li risollevava dalle loro tristezze. Credo di non sbagliare di molto, se dico che molti giovani, grazie a lui, si sono avvicinati a loro volta a Lourdes». Giacomo stesso, ci racconta Pellegrini, si era avvicinato a Lourdes – prestando servizio per diversi anni – da giovanissimo, grazie un’esperienza che, in famiglia, era diventata un appuntamento fisso: prima la mamma, poi, a uno a uno, i fratelli e le sorelle, fino a fare di questa esperienza di volontariato un ritrovo famigliare consueto. «Lourdes è anche condivisione, soprattutto alla fine della giornata, quando stanchi ci si ritrova al termine del servizio per stare un po’insieme. I miei ricordi di Giacomo non sono legati a episodi in particolare, ma al clima che, in generale, grazie a lui si instaurava in questi momenti».

Servire, donarsi, condividere, negli anni, era diventato per Giacomo – insegnante da poco di filosofia nei licei del Cantone, dopo gli studi all’università di Friborgo – uno stile di vita, che lo aveva portato a vivere, all’insegna dell’amicizia e con un gruppo di giovani del Mendrisiotto, anche diversi pellegrinaggi a Taizé guidati da don Rolando Leo, assistente della Pastorale giovanile diocesana: «Vissuta ripetutamente assieme, l’esperienzaecumenicadiTaizéhapermesso a questo bel gruppo di giovani di camminare per un bel po’ insieme. Giacomo era parte di questa bellezza condivisa». Infine, tra i tanti ricordi entro cui dover scegliere, don Rolando si rammenta del 2012, anno in cui con Giacomo ha potuto condividere 300 chilometri di cammino verso Santiago di Compostela: «Eravamo in 12, ma Giacomo era il più spettacolare di tutti. Era sempre il primo a ogni tappa e ci aspettava alla fine, dopo 30 chilometri, con le mani in tasca. Era di una semplicità disarmante. Mi piace pensare che abbia voluto batterci tutti anche questa volta, arrivando per primo alla meta dell’Eternità»

Laura Quadri

Chiesa cattolica svizzera

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