Padre Lancellotti: «Con una mano dai il pane, ma con l’altra devi lottare!»

Padre Julio Lancellotti, sacerdote brasiliano che opera tra i poveri di San Paolo per combattere la fame e il disagio sociale nella più grande città del Brasile, è coordinatore della Pastorale della strada. Il prete che ha 73 anni vive una missione di testimone della «Chiesa in uscita», proprio come chiede il Pontefice. Nella puntata di Strada Regina di sabato 25 dicembre si può trovare un reportage completo su padre Lancellotti.

«Non c’è nulla di straordinario in quello che facciamo; stiamo dando un senso alla nostra fede, la stiamo vivendo ogni giorno. Se pensiamo al Vangelo, Gesù condivide la sua vita con gli altri. Uno dei segnali più forti è quando prende il pane e lo distribuisce: il significato di questa azione è farci capire che la vita deve essere eucaristica, deve essere in comunione e in condivisione con gli altri».
Padre Julio Lancellotti ha fatto dell’Eucarestia il centro della sua azione pastorale in una realtà dalle grandi ingiustizie, segnata fortemente dalla pandemia e con sempre più gente che vive per strada. A San Paolo, in Brasile, lui è lì, punto di riferimento per chi è escluso da tutto.
«San Paolo oggi è il simbolo di queste diseguaglianze: c’è molta ricchezza, ed è una ricchezza che è assurdamente ostentata, ma c’è anche una povertà estrema e disumana; la città convive tutti i giorni con questa ingiustizia profonda, che mette in discussione la democrazia, ma anche la fede e la stessa umanità di chi vive qui», racconta.
Sono tante le persone che vivono in strada e che tutti i giorni trovano un conforto nel centro di accoglienza, dove si dona qualcosa di più oltre al cibo quotidiano. Padre Julio tutte le mattina esce con il suo carrello pieno di pane. Lui non è mai solo in questa missione quotidiana dove mostra con la sua azione che la presenza di Dio è qualcosa di tangibile, concreta, e che la solidarietà è necessaria, imprescindibile. Non bisogna andare in chiesa per incontrare padre Julio, la gente di strada sa che lui passerà ad aiutarli e lo ricambiano con grande affetto.
Il lavoro di padre Lancellotti è fortemente criticato dai politici di destra e persino dallo stesso presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Lo si accusa di usare la toga per fare politica. È stato anche minacciato di morte per il suo lavoro a fianco degli indigenti, contro i ripetuti abusi di polizia o delle autorità verso chi non ha nulla. «Quando i politici in Brasile parlano di Dio – ci confida padre Lancellotti – bisogna sempre domandarsi a quale Dio si riferiscono. Se il loro Dio è il Potere, allora sappiamo che non è Gesù di Nazareth, se è un Dio che impone la sua regola con la forza, siamo sicuri che non è Gesù di Nazareth. Quando dicono che il cammino porta a Dio dobbiamo chiederci questo. E dobbiamo avere in chiaro che Dio rivelato in Gesù è un Dio povero, che libera gli uomini dalle catene, è un Dio che mette fine alle oppressioni».

Nella messa, celebrata ogni giorno alle sette di mattina e due volte nei fine settimana, c’è la gente del quartiere, fedeli della parrocchia, ma anche molti uomini e donne che vengono da fuori per offrire un gesto di solidarietà e di appoggio. Religiosi e laici, che si mettono a disposizione per aiutarlo nella sua missione, convinti di fare la cosa giusta in un contesto particolarmente difficile e bisognoso di aiuto.
«L’Eucaristia che lui offre dall’altare – racconta frate Matias Alegria da Cruz – viene successivamente portata ai nostri fratelli e alle nostre sorelle di strada. Prima di portare assistenza a chi ha bisogno, padre Julio celebra la messa. Riesce così a celebrare l’unione dell’Eucarestia con l’azione pratica. La sua non è la politica tradizionale, è una ricerca di giustizia, quella giustizia sociale che Gesù proclamava ma che anche papa Francesco ci invita a portare avanti. Dobbiamo andare sempre vicino all’altro, mai davanti né dietro, sempre a fianco del prossimo».
Quando in Vaticano hanno saputo delle minacce rivolte a padre Julio nella sua piccola parrocchia di quartiere è arrivata la chiamata dal Papa, gesto di solidarietà e riconoscenza per un sacerdote che è in prima linea per difendere l’idea di Chiesa di Bergoglio. «Non me la aspettavo – confida padre Julio – non è una cosa comune che un sacerdote riceva una telefonata dal Papa. Ma Francesco ha questa abitudine. Mi hanno spiegato che il sabato, verso sera, lui prende il telefono e chiama delle persone, in ogni parte del mondo, che lui ritiene abbiano bisogno del suo appoggio. Il Santo Padre non è irraggiungibile, al contrario lui ama comunicare, dialogare con tutti». La parola fatta azione ogni giorno diventa esempio e prova concreta di amore nella vita di padre Julio. «La cosa importante è convivere con le persone. Stando vicino a loro puoi scoprire le loro necessità. C’è chi ha bisogno di un grande aiuto e deve cambiare radicalmente la sua vita. Io sintetizzerei tutto questo così; con una mano dai il pane. Ma con l’altra devi lottare!», conclude padre Julio.

Emiliano Guanella,
Collaboratore RSI da San Paolo del Brasile

Chiesa cattolica svizzera

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