La Comunità di lavoro delle Chiese cristiane da 50 anni al servizio dell’unità. I festeggiamenti a Basilea

Con qualche mese di ritardo causa Covid, la Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Svizzera (CLCCS) ha celebrato il suo 50esimo anniversario mercoledì scorso 17 novembre a Basilea. Concepita come una piattaforma nazionale intesa – come si legge negli statuti – «a testimoniare, sulla base delle Sacre Scritture, l’unità delle Chiese fondata su Gesù Cristo(…), servire il suo compimento e incoraggiare la collaborazione tra le Chiese nello spirito della Charta Oecumenica europea, per la gloria del Dio trino, Padre, Figlio e Spirito Santo», la CLCCS è stata costituita il 21 giugno 1971 a Basilea da sei Chiese: evangelica riformata, cattolica romana, cattolica cristiana, metodista, Esercito della Salvezza e Federazione delle comunità battiste della Svizzera tedesca. Da allora hanno raggiunto a pieno titolo questo organismo altre sei Chiese: evangelica luterana, serbo-ortodossa, siro-ortodossa, greco-ortodossa, ortodossa romena e anglicana. Ad esse si aggiungono, con lo statuto di osservatrici senza diritto di voto, la Chiesa neo-apostolica, l’Associazione delle Chiese libere della Svizzera tedesca VFG-Freikirchen, la Chiesa avventista del settimo giorno e l’Alleanza evangelica-Rete evangelica svizzera. Presidente della CLCCS per il biennio 2021-2022 è Milan Kostresevic, laico serbo-ortodosso originario della Bosnia-Erzegovina. Dell’ufficio presidenziale fa parte anche un rappresentante del Ticino: padre Abramo Unal, della Chiesa siro-ortodossa, presidente della Comunità di lavoro delle Chiese cristiane nel Canton Ticino. Tra le varie iniziative messe in atto dalla CLCCS, ricordiamo in particolare, il 21 aprile 2014 a Riva San Vitale, la celebrazione di un vespro ecumenico nel corso del quale è stato firmato un documento sull’estensione del riconoscimento reciproco del battesimo.

I festeggiamenti

In un’atmosfera fraterna e gioiosa, i festeggiamenti per il giubileo della CLCCS si sono tenuti nella chiesa cattolica cristiana Predigerkirche di Basilea, alla presenza di numerosi delegati cantonali e di ospiti, giunti anche dalla Germania e dall’ Austria. Fra questi, l’arcivescovo luterano Anders Wejryd, responsabile per l’Europa del Consiglio ecumenico delle Chiese, e il pastore riformato Christian Krieger, presidente della KEK, la Conferenza delle Chiese europee. A fare gli onori di casa, la segretaria generale della Comunità di lavoro Anne Durrer e il presidente Kostresevic, il quale ha ripercorso la storia dell’organismo, esprimendo la sua soddisfazione per i traguardi raggiunti e sottolineando la necessità di proseguire nella cultura del dialogo non solo tra le Chiese ma anche con la società civile e gli ambienti politici ed economici, presso i quali anche le Chiese devono far sentire la loro voce. Dopo una celebrazione ecumenica festosa, piatto forte della giornata è stata una tavola rotonda dedicata al futuro della collaborazione tra le Chiese. Vi hanno partecipato la pastora Rita Famos (presidente della Chiesa evangelica riformata in Svizzera), il vescovo di Basilea Felix Gmür (presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri), il vescovo della Chiesa cattolica cristiana Harald Rein, il vescovo della diocesi serbo-ortodossa di Austria, Svizzera, Italia e Malta Andrej Cilerdzic, il direttore della Rete evangelica svizzera Christian Kuhn e il sociologo delle religioni Jörg Stolz (dell’Università di Losanna). Più che rimarcare le divisioni che permangono tuttora tra le Chiese, si è preferito sottolineare quanto sia importante, in una società ormai postcristiana e sempre più secolarizzata, dare una testimonianza comune del Vangelo di Gesù Cristo e proseguire la collaborazione nei più svariati ambiti.

Gino Driussi

Chiesa cattolica svizzera

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