Bielorussia-Polonia: i vescovi dei due Paesi lanciano un appello per i migranti. Raccolta di aiuti nelle chiese polacche

«In un momento in cui ai confini del nostro Paese si sta consumando una vera crisi umanitaria, preghiamo per le persone che appartengono al gruppo più vulnerabile dell’umanità: migranti e rifugiati». Con la foto in primo piano di una donna migrante con in braccio un bambino, il sito della Conferenza episcopale bielorussa, catholic.by, propone oggi una preghiera per i rifugiati e i migranti che si trovano al confine orientale con la Polonia, nei campi vicino a Kuznica. Si stima una presenza di almeno 4.000 migranti, provenienti per lo più da Siria e Iraq. Una situazione che da giorni sta determinando nell’area una crescente tensione politica fra i Paesi dell’area. «Dio misericordioso – è la preghiera che appare oggi sul sito dei vescovi cattolici bielorussi – fa che i rifugiati e i migranti, privati della casa, della famiglia e di tutto ciò che hanno, sentano la Tua presenza piena d’amore. Scalda i cuori dei bambini e degli anziani, così come le persone più deboli. Fa sentire loro che sei vicino, come eri vicino a Gesù, Maria e Giuseppe, quando erano profughi in Egitto. Aiutali a trovare una nuova casa e una nuova speranza. Apri i nostri cuori affinché li accettiamo come nostre sorelle e fratelli, vedendo nei loro volti Tuo Figlio, Gesù».

I vescovi polacchi: ai migranti sostegno spirituale e materiale

Intanto, mentre l’Ue ha sospeso i visti per gli esponenti del governo, interviene anche il presidente della Conferenza episcopale polacca, con la voce dell’arcivescovo Stanislaw Gadecki. «Indipendentemente dalle circostanze dell’arrivo dei migranti, essi hanno bisogno del nostro sostegno spirituale e materiale», ha sottolineato in comunicato, ricordando l’impegno della Chiesa in Polonia, attraverso la Caritas nazionale, quella diocesana e il delegato della Conferenza episcopale per l’immigrazione, che hanno «fornito aiuto ai migranti per quanto possibile». Le diocesi hanno istituito anche una raccolta fondi per domenica 21 novembre, i cui proventi andranno «a finanziare le attività di aiuto nelle aree di confine durante la crisi migratoria e il processo di integrazione a lungo termine dei rifugiati che decidono di rimanere in Polonia».

Le Lanterne verdi per aiutare i profughi

Restano chiusi in casa e lasciano sull’uscio, nei villaggi sul confine, una luce verde sempre accesa. È il segnale convenuto per indicare a chi riuscisse ad attraversare la frontiera che in quella casa troverà un pasto caldo, coperte, braccia aperte e nessuno spione pronto a chiamare la polizia.
Non hanno nulla da nascondere e perciò hanno aperto anche una pagina sui social network. «Nella casa contrassegnata dal «semaforo verde» dalla sera in poi troverai un aiuto d’emergenza». Oltre all’inglese, la pagina offre informazioni in arabo, curdo, francese e naturalmente polacco.
Uno dei promotori, l’avvocato polacco Kamil Syller, ha rivolto un appello cominciando dai suoi vicini nel villaggio di Dubicze Cerkiewne, nel nord-est della Polonia. Un po’ alla volta le «green light» si stanno moltiplicando. La legge polacca vieta di accompagnare i migranti lungo il tragitto o di farli soggiornare per più giorni. In questi casi si va incontro a un processo per favoreggiamento dell’immigrazione illegale. Allo stesso tempo è vietato avvicinarsi al confine per lanciare viveri, sacchi a pelo, coperte in territorio bielorusso. Così, racconta Avvenire, sul confine polacco molti abitanti hanno raccolto l’appello dei vescovi del Paese e aprono di notte le loro case ai migranti.

Il Papa: il mondo e la Polonia hanno bisogno di uomini dal cuore grande

E sulla Polonia oggi sono giunte anche le parole del Papa, nei saluti ai fedeli di lingua polacca durante l’udienza generale di mercoledì 11 novembre: «Oggi il mondo e la Polonia hanno bisogno di uomini dal cuore grande, che servono con umiltà e amore, che benedicono e non maledicono, che conquistano la terra con la benedizione». Papa Francesco, citando Giovanni Paolo II, ha ricordato che domani in Polonia ricorre la festa nazionale dell’indipendenza. «Ringraziando il Signore per il dono della libertà, ricordiamoci che – come diceva san Giovanni Paolo II – ‘questa libertà deve essere gestita sulla base dell’amore di Dio, della patria e dei fratellì».

Appello anche da Mosca

Per finire anche da Mosca, arriva l’appello a «non usare i migranti come pedine e merci di scambio». A chiederlo è mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente della Conferenza episcopale russa. «È una questione che debbono affrontare i Paesi», dice l’arcivescovo interpellato dal Sir. «Ma le immagini che stiamo vedendo colpiscono chiunque abbia un minimo di cuore che non si sia completamente congelato. Nessuno può rimanere insensibile». E aggiunge: «Non parliamo di numeri o di oggetti ma di persone e di contesti dai quali queste persone stanno fuggendo».

agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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