Il grazie a Francisco, missionario della diocesi di Lugano ad Haiti

A fine settembre, dopo quattro anni di lavoro missionario nell’ambito del progetto della diocesi di Lugano, Francisco Fabres conclude il suo mandato. Un sentito ringraziamento è stato espresso da parte della Conferenza missionaria della Svizzera italiana (CMSI), della diocesi di Anse-à-Veau e Miragoâne, dell’équipe del Bureau Diocésain d’Éducation e da tutta la popolazione.

La diocesi di Les Cayes, rappresentata dal vescovo emerito mons. Verrier e dal vescovo mons. Dumas, ha salutato Francisco Fabres durante una celebrazione avvenuta nella chiesa «Sanctuaire de la croix glorieuse».

«Inizialmente Francisco non doveva entrare nel progetto della diocesi di Lugano ad Haiti – ci racconta Mauro Clerici, della Conferenza missionaria della Svizzera italiana (CMSI) – perché per l’età e la poca conoscenza del francese sembrava poco adatto. Ma ci era stato presentato da persone che lo conoscevano bene e che intuivano che in una realtà come quella haitiana, e per di più nell’insegnamento, avrebbe trovato terreno fertile per le sue esperienze precedenti con i missionari di Betlemme».

Nato il 29 ottobre 1958 a Santiago del Cile, Francisco è di formazione filosofo e teologo, e ha avuto modo di conoscere a fondo l’emarginazione e i soprusi legati alla violazione dei diritti dell’uomo, di cui si era occupato in Bolivia e Colombia.

«Ha accettato – continua Clerici – le nostre condizioni di passare alcuni mesi in Ticino, nella parrocchia di Losone, e di imparare a sgranocchiare un po’di francese. Per finire, Francisco, al momento è stato il nostro missionario che è rimasto più a lungo nel progetto diocesano ad Haiti».

Malgrado le sue difficoltà linguistiche dalla gente e dalla Chiesa locale è stato molto apprezzato perché capace di stare vicino ai poveri alla luce del Vangelo. «L’ho conosciuto nei mesi  losonesi e nelle visite fatte ad Haiti – prosegue Clerici. Un tipico latinoamericano, duro nelle analisi e nei giudizi ma realista. Apprezzava comunque nella gente haitiana la voglia di risorgere dopo ogni catastrofe politica o naturale».

Ora Francisco ha terminato il suo impegno con la diocesi di Lugano ma non ha lasciato l’isola. Ha iniziato subito una collaborazione con una ONG spagnola impegnata nella difesa dei diritti umani. «Non gli mancheranno occasioni per mettersi a lato di chi è debole. Gli auguro saggezza e costanza e un po’ di fortuna perché anche quella ad Haiti ha il suo valore», conclude Clerici.

Francisco: persona saggia e di grande esperienza

Nato il 29 ottobre 1958 a Santiago del Cile. Nel 1982 si laurea in filosofia all’Università Cattolica di Santiago e nel 1987, nella stessa università si laurea in teologia. Ha svolto formazione in campo pedagogico, in particolare per la salute mentale e l’equilibrio personale in campo giovanile. Ha lavorato per Missio a Santiago nel programma di accoglienza per ragazzi e giovani emarginati dopo la dittatura. In Bolivia è stato direttore del centro di psicopedagogia per ragazzi e giovani con disabilità fisiche e psichiche. Con i Missionari di Immensee ha collaborato in Colombia a favore delle famiglie sfollate a causa della violenza nel Paese. Dal 2011 al 2013, sempre in Colombia, a Bogota, è stato responsabile di Justitia et Pax per la protezione di persone minacciate di morte. Dal 2013 al 2015 ha coperto l’incarico di direttore pedagogico di un foyer a Lima (Perù) per ragazzi di strada. Dal 2016 al 2017 ha insegnato etica e filosofia al liceo a Santiago del Cile. Nello stesso periodo, ha accompagnato migranti haitiani a Santiago a nome dell’arcidiocesi. Dal 2017 al settembre 2021 ha collaborato ad Haiti al progetto missionario della diocesi di Lugano.

Chiesa cattolica svizzera

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