Dostoevskij: card. Parolin, «i suoi personaggi testimoniano la bellezza della fede cristiana»

«I personaggi di Dostoevskij sono molto di più di una creazione artistica e letteraria geniale. Ieri come oggi testimoniano la bellezza e la forza travolgente della fede cristiana: la fede degli umiliati e offesi, degli ultimi, dei perseguitati: i cosiddetti peggiori, coloro che hanno conosciuto gli abissi del bene e del male». Lo ha detto il card. Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervenuto ieri sera alla presentazione del volume di Vladimir Solovev su Fëdor Dostoevskij, a cura di Giuseppina Cardillo Azzaro e Perluca Azzaro, edito da Cantagalli e in libreria da domani, 7 ottobre.

Il cardinale, durante l’incontro che si è svolto presso il Cimitero Teutonico in Vaticano, ha commentato l’interpretazione che Vladimir Solovev, uno dei  massimi filosofi russi dell’Ottocento, ha dato del suo amico e maestro nei tre discorsi in memoria di Fëdor Dostoevskij: «Per quanto grande e invincibile sia il dominio del male nel mondo, ancor più grande è l’anima dell’uomo, che non gli consente di accontentarsi di una vita  fatta di cose banali o spicciole, ma anela ad una vita piena, universale e perenne, alla felicità vera».

«Dostoevskij – ha spiegato il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento relazioni esterne del Patriarcato di Mosca – è diverso dagli altri scrittori russi perché ha approfondito benissimo la sostanza della vita popolare, approfondendo anche la personalità di Cristo e la vita della Chiesa».

«È l’unico scrittore russo che accettò nel suo cuore il Signore Gesù», ha aggiunto il metropolita ricordando i quattro anni che Dostoevskij trascorse ai lavori forzati in Siberia, «circondato dai criminali, di cui ha ascoltato le storie che poi ha presentato nei suoi romanzi». Unica sua compagnia: una copia del Vangelo regalatagli da una donna, che di notte nascondeva sotto il cuscino e leggeva durante il giorno.

Agenzia Sir

Chiesa cattolica svizzera

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