Haiti: Nadia e Sandro Agustoni i due nuovi volontari della diocesi di Lugano

«Siamo pronti per una nuova esperienza missionaria», così Nadia e Sandro Agustoni che raggiungeranno presto gli altri volontari ticinesi Maria Laura e Sebastiano Pron ad Haiti. Insieme a loro percorreranno un pezzo di cammino missionario nell’ambito del progetto portato avanti nella diocesi haitiana di Anseà- Veau-Miragoâne dalla Conferenza missionaria della Svizzera italiana (CMSI) per conto della diocesi di Lugano, per poi raccoglierne il testimone. La coppia, che ha tre figli, abita a La Chaux-de-Fonds. Nadia è cresciuta a Neuchâtel ed è educatrice per persone con disabilità, mentre Sandro, di origini ticinesi, ha studiato teologia ed è al servizio come assistente pastorale per la diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo. Da diversi anni è cappellano per le prigioni del canton Neuchâtel. Li abbiamo raggiunti per sapere quale è stato il loro percorso e cosa si aspettano da questa missione.

Qual è il percorso che vi ha portato alla decisione di partire per Haiti come volontari della CMSI?

È un’esperienza che abbiamo vissuto in Colombia, dove siamo stati con tutta la famiglia fra il 1999 al 2002 per la Missione Betlemme Immensee. Ci siamo occupati di rifugiati interni. Al nostro rientro, ci siamo detti che ci sarebbe piaciuto ripartire, una volta che i nostri figli fossero stati grandi. Cinque anni fa siamo entrati in contatto, insieme a Francisco Fabres, missionario ad Haiti, con la CMSI. Abbiamo così saputo della volontà di rinforzare con dei volontari la collaborazione fra la diocesi Anse-à-Veau-Miragoâne e quella di Lugano. Ci siamo così messi a disposizione. Ora che anche la nostra ultima figlia ha finito gli studi, siamo pronti a partire.

Come vi siete preparati alla partenza?

In questi cinque anni il nostro desiderio di poter vivere questa esperienza si è rafforzato. Ci siamo preparati raccogliendo informazioni, seguendo l’attualità, rimanendo in contatto con la CMSI, i volontari ad Haiti, discutendone in famiglia. Inoltre, abbiamo fatto anche dei corsi. Attualmente, ad esempio, stiamo seguendo una formazione sulla comunicazione non violenta.

Quali sono le vostre aspettative e le vostre speranze?

Partiamo con le valigie vuote, nel senso che non abbiamo molte aspettative. Il nostro desiderio è di vivere insieme alla comunità, condividere i bisogni, le sofferenze, le gioie, con un atteggiamentod’ascolto.Lasperanza èquelladitrasmettereunpo’diforza e rigenerare la voglia di andare avanti.

Cosa avete provato alla notizia del recente terremoto che ha colpito Haiti ed in particolare il dipartimento di Nippes, dove è attiva la CMSI?

I nostri sentimenti sono stati soprattutto di tristezza e di paura, ma anche di ingiustizia. Una in più in un Paese già colpito da molte ingiustizie. Ma il progetto, nonostante queste ulteriori difficoltà, può continuare, e questa è la cosa più importante: siamo fiduciosi di poter, insieme alla CMSI e alla Chiesa locale, aggiungere anche «la nostra pietra» per affievolire l’ingiustizia. Una goccia nell’oceano, che se però non ci fosse mancherebbe.

Di cosa vi occuperete una volta che sarete ad Haiti? Quali sono i vostri progetti?

Come già detto, partiamo con le valigie vuote. A gennaio saremo ad Haiti: all’inizio resteremo in ascolto. Abbiamo la fortuna di poter passare un periodo con Maria Laura e Sebastiano Pron e con le persone già attive laggiù. Potremo così mettere a fuoco come contribuire al progetto secondo le nostre capacità. La cosa più importante è continuare a creare legami comunitari perché è solo insieme che si va nella giusta direzione.

Il 1° ottobre, alla veglia missionaria a Locarno, vi sarà consegnato il mandato da parte del vescovo Valerio: cosa rappresenta per voi questo momento?

È un mandato dato dalla Chiesa che è universale: non partiamo per noi, ma per la comunità di tutto il mondo. Haiti fa parte del mondo e il mondo è casa nostra, la nostra madre terra, in cui tutti siamo fratelli. È con questo spirito di fratellanza che partiamo in missione, andando incontro a donne e uomini: la persona è dunque messa al centro.

Maria Laura e Sebastiano Pron rimarranno ad Haiti fino a giugno, mentre Francisco Fabres ha terminato in queste settimane il suo mandato. Rimane ad Haiti, nella capitale Portau- Prince, dove collabora con un’altra ONG.

di Katia Guerra

Chiesa cattolica svizzera

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