Migranti, il Papa: avanti senza pregiudizi, non chiudere le porte alle loro speranze

«Camminare insieme senza pregiudizi e senza paure, ponendosi accanto a chi è più vulnerabile». Nella 107.ma Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, Papa Francesco invita ancora una volta l’umanità intera – non solo quella credente – a tendere la mano verso questa gente che soffre: «Migranti, rifugiati, sfollati, vittime della tratta e abbandonati». Il cammino da proseguire è quello «Verso un Noi sempre più grande», che è proprio il tema della ricorrenza odierna (Ascolta il servizio con la voce del Papa).

Non escludere nessuno

Dalla finestra del Palazzo Apostolico, dopo la catechesi dell’Angelus, durante la quale già aveva ribadito l’invito ad essere «comunità umili e aperte», il Pontefice lancia quindi un chiaro appello:

«Siamo chiamati a costruire un mondo sempre più inclusivo, che non escluda nessuno.»

Il grazie a chi si impegna per i migranti 

Francesco dice di unirsi spiritualmente a quanti, nelle varie parti del mondo, stanno celebrando questa Giornata, istituita dalla Chiesa nel 1914 e celebrata l’ultima domenica di settembre. In particolare, il Papa saluta i fedeli riuniti a Loreto per l’iniziativa della Cei in favore dei migranti, culminata con una Messa nazionale nella Basilica pontificia presieduta da monsignor Pietro Coccia, presidente della Conferenza episcopale delle Marche.

Il Papa poi saluta e ringrazia le diverse comunità etniche presenti in Piazza San Pietro con bandiere di diversi formati e colori. Un saluto va pure all’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma, al Centro Astalli ed ai rappresentanti di «APRI», il progetto della Caritas Italiana (il nome è l’acronimo dei quattro verbi indicati dal Papa «Accogliere, proteggere, promuovere e integrare»), che prevede l’accoglienza di migranti e rifugiati nelle diocesi italiane che offrono la loro disponibilità.  »Grazie a tutti per il vostro impegno generoso!», dice Francesco.

Il monumento «Angel Unwares»

Infine il Pontefice chiede a tutti i presenti, prima di lasciare Piazza San Pietro, di avvicinarsi al monumento «Angel Unwares» (Angeli inconsapevoli), scultura in marmo nero realizzata dall’artista canadese Timothy Schmalz, ispirata dal cardinale Michael Czerny, sottosegretario della sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. La scultura è stata inaugurata nel 2019 dallo stesso Papa Francesco. Realizzata a grandezza naturale, raffigura un gruppo di migranti e rifugiati provenienti da diversi contesti culturali e periodi storici, tutti insieme su una zattera. Una copia è stata esposta negli Stati Uniti. In piazza San Pietro è collocata sul colonnato di sinistra, guardando la Basilica, quale monito e messaggio sul dramma delle migrazioni, con un chiaro rimando alle parole dell’apostolo Paolo nella Lettera agli Ebrei: «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli».

Piazza San Pietro gremita dai partecipanti alle iniziative per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato
Piazza San Pietro gremita dai partecipanti alle iniziative per la Giornata Mondiale del Migrante e Rifugiato

Soffermarsi sullo sguardo dei migranti

A fianco al monumento, durante tutto l’Angelus di oggi, ci sono il cardinale Czerny e padre Fabio Baggio, anch’egli sottosegretario del Dicastero, insieme ai partecipanti alla marcia promossa dalla Caritas Italiana, alla quale prendono parte anche altre realtà come Fondazione Migrantes, Sant’Egidio, la Rete francescana per i migranti, il Movimento Laudato si’ e altri. Indicando loro, il Papa dice:

«Prima di lasciare la piazza, vi invito a avvicinarvi a quel monumento là, dove c’è il cardinal Czerny: la barca con i migranti e a soffermarvi sullo sguardo di quelle persone e a cogliere in quello sguardo la speranza che oggi ha ogni migrante di ricominciare a vivere. Andate là. Vedete quel monumento. Non chiudiamo le porte alla loro speranza».

Vatican News

Chiesa cattolica svizzera

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