La festa della Patria a Besso in onore di Nicolao della Flüe

Primo agosto, Festa Nazionale. E dopo un anno in cui si è rinunciato anche alla Messa al San Gottardo per celebrare il Natale della Patria, ritorna la funzione con il vescovo di Lugano con una grande novità. La Santa Messa di domenica non si terrà in vetta al Passo, ma verrà celebrata presso la chiesa di San Nicolao a Besso. Una novità che riprende in forma rinnovata una tradizione ventennale iniziata il 1. agosto del 2000, nel fervore dei preparativi dell’anno giubilare, quando nell’ambito dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi della Diocesi, maturò l’idea di organizzare un pellegrinaggio sul Passo del San Gottardo con lo scopo, alle porte del nuovo Millennio, di risalire alle radici dell’evangelizzazione per ridare un volto cristiano alla società. La proposta fu accolta con entusiasmo dall’allora vescovo di Lugano Giuseppe Torti e l’invito a partecipare a questo momento venne esteso a quelle altre Diocesi storicamente legate al Passo, «via delle genti»: Coira, Sion, Novara, Como e Milano. Da quel momento, interrotto solamente nel 2020 a causa della pandemia, grazie all’impegno della Diocesi di Lugano e della parrocchia di Airolo, l’incontro entrò a tutti gli effetti come appuntamento fisso nel calendario diocesano, dando vita a una bella tradizione.

San Nicolao della Flüe a Besso

Dopo aver festeggiato, nel 2019, il XX anniversario del tradizionale ritrovo sul San Gottardo, e dopo che la pandemia ha impedito di ritrovarsi in vetta nel 2020, complici le limitazioni imposte dalla situazione pandemica, la celebrazione del 1° agosto 2021 presieduta dal vescovo Lazzeri si terrà presso la chiesa di San Nicolao a Besso. Uno scenario diverso, più intimo e raccolto, che permetterà ai fedeli che vi accederanno secondo le disposizioni del piano di prevenzione della Diocesi e a molti altri che seguiranno l’evento trasmesso in diretta alle 10 dalle tre reti televisive nazionali, grazie ad una produzione della RSI, di celebrare il Natale della Patria riscoprendo il Santo Patrono della Svizzera.

«Tutto parlerà del Santo Patrono»

Sarà una celebrazione molto sentita in ogni suo aspetto, come ci conferma don Emanuele Di Marco, coordinatore della commissione per la Liturgia pastorale della diocesi. «Dal luogo, la chiesa di Besso, alle musiche composte da autori locali e cantate da coristi provenienti da tutto il Ticino, tutto ci parlerà di San Nicolao. Inoltre durante la celebrazione vi sarà la lettura della Parola di Dio in più lingue e la recita del Salmo svizzero. Non mancherà la preghiera per i defunti, vittime del Covid».

Oltre al vescovo Lazzeri, saranno presenti alla celebrazione anche il vescovo emerito Pier Giacomo Grampa e il vicario generale mons. Nicola Zanini. «Per sottolineare la solennità del momento ci sarà anche un picchetto di Guardie svizzere ».

Non c’è Nicolao senza la sua sposa

Nicolao della Flüe, santo nato nel canton Obwaldo 600 anni fa, marito di Dorotea Wyss, padre di 10 figli e dai 50 anni di età eremita, è una figura capace di parlare a diversi gruppi di interlocutori. Contadino, magistrato, deputato alla Dieta federale, soldato e ufficiale dell’esercito confederato prima di scegliere, a 50 anni, in accordo con la moglie, una vita esclusivamente dedicata a Dio, Nicolao ha incarnato l’ideale del laico cristiano che ha reso visibili i valori del Regno di Dio: la famiglia e le beatitudini del Vangelo con un forte richiamo alla giustizia sociale. Figura complessa, quasi «strappata» da Dio al mondo, nel suo eremo Nicolao ha proseguito l’impegno per la pace e il dialogo, come consigliere e punto di riferimento di chi aveva cuore inquieto e contese politiche o sociali da dirimere. L’eremita è stato nella gola del Ranft solo con Dio ma nel cuore della Chiesa, mostrando così, anche l’importanza e la bellezza di una vita contemplativa, di meditazione e preghiera.

Lei, la moglie Dorotea, di cui in questi mesi si parla con insistenza di una santità prima o poi da dichiarare, desiderio discusso anche dai vescovi svizzeri, sposa fedele, madre di 10 figli, donna che ha retto la casa e l’azienda agricola del marito quando lui a 50 anni si è sentito chiamato da Dio all’eremitaggio, è una figura che la Chiesa e la storia stanno riscoprendo e che nonostante gli oltre sei secoli di distanza parla fortemente alle donne di oggi, impegnate nella famiglia e nel lavoro, madri e manager al contempo. Parla delle difficoltà di dover e saper coniugare talvolta «l’impossibile», in una società che non fa sconti, oggi come allora.

Celebrare quindi il Natale della Patria a Besso consente così di pensare a San Nicolao senza perdere di vista Dorotea: perché se lui è diventato Santo e patrono della Svizzera, lo si deve certamente alla sua vita incredibile votata a Dio, ma anche, in qualche modo, alla presenza forte e sicura di Dorotea che lo ha costantemente accompagnato. Nell’anno del cinquantesimo del voto alle donne in Svizzera, è bello allora ricordare questa donna, moglie, madre e un po’ anche manager che con trepidazione ha detto a sua volta, insieme a Nicolao, il suo «sì» a Dio.

Cristina Vonzun e Silvia Guggiari

Chiesa cattolica svizzera

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