La prima tappa conta circa 11.2 km con soli 97 m di dislivello. Con un tempo medio di cammino, in circa tre ore è facilmente percorribile. Si parte dal bel villaggio di san Vittore, porta d’entrata della Mesolcina. Come punto di partenza si può scegliere la Collegiata, chiesa madre della Mesolcina, dominata dalla medievale Torre di Pala, prima traccia della lunga serie di fortificazioni e torri di segnalazioni che permettevano ai Signori della valle, i De Sacco, poi, dal 1480 al 1549, i Trivulzio, un efficace controllo dei traffici fra il Passo e la Valle del Ticino.
Prima di partire vale la pena visitare la Rotonda o cappella di San Lucio che, insieme alla chiesa di San Carpoforo di Mesocco, è il più antico edificio ecclesiastico della valle. Il percorso si muove poi verso l’ampia campagna, attraverso l’autostrada e la Moesa e si snoda sul lato destro della valle, tra comodi sentieri nel bosco che permette di percorrere il cammino nella frescura, riparati dagli alberi.
Nel cammino tra san Vittore e Roveredo si incontrano diverse opere d’arte (della rassegna Openart) che permettono di conoscere i nuovi lavori di artisti nazionali e internazionali. Un’occasione per andare al museo passeggiando nella natura. All’altezza della nuova galleria San Fedele, che dopo decenni di polemiche ha permesso di ricucire l’abitato di Roveredo, si attraversano piacevoli vigne per giungere alla parrocchiale di san Giulio, conosciuta per le sue pitture murali. Il grande edificio medievale ospita infatti delle pitture rinascimentali del 1545 di Gerolamo Gorla. Il percorso prosegue inoltrandosi nel paese e proprio nel paese di Roveredo, si cambia sponda del fiume e si percorre il cammino sul lato destro della Moesa, giungendo a Grono passando sul vecchio ponte sulla Calancasca. Il paese, dominato dall’edifico più antico del paese (la Torre Fiorenzana), è impreziosito dall’oratorio barocco di San Rocco e presenta in facciata, una Madonna del latte e i santi patroni della chiesa.
Il sentiero riporta poi in campagna, e dopo pochi chilometri, fa riattraversare il fiume e giungere a Leggia. Qui merita una visita la chiesa tardomedioevale dedicata ai Santi Bernardo e Antonio Abate.
Rapidamente il cammino, che si snoda tra boschi e grandi prati verdi, porta fino a Cama, villaggio dove vigne e grotti la fanno da padrone.
Da visitare la parrocchiale dedicata a san Maurizio, menzionata già nel 1219 e separatasi dalla matrice di San Vittore nel 1611. Pittoresche le palme davanti alla chiesa parrocchiale, segnale di come il fondo della Mesolcina rimanga a un’altitudine davvero bassa per parecchi chilometri e goda quindi di un clima piuttosto favorevole pur essendo ormai in piena regione alpina.
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Chiara Gerosa
Chiesa cattolica svizzera
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