È morto monsignor Hindo, rimasto anche davanti all’avanzata degli jihadisti

Un vescovo che è rimasto con il suo popolo anche quando Daesh è entrato in città, dando testimonianza «a noi cristiani, anche ai sacerdoti, ricordandoci di non fuggire, di restare con il nostro popolo». Con queste toccanti parole ad Asia News lo ricorda padre Amer Kassar, sacerdote siro-cattolico della chiesa della Madonna di Fatima a Damasco.

Ordinato sacerdote nel 1969, nel 1996 monsignor Hindo era stato nominato arcivescovo di Hassaké-Sisibi. L’ordinazione episcopale, l’anno successivo. Le dimissioni per salute e raggiunti limiti di età risalgono al 2019. Il prelato, ricorda sempre Asia News, non ha mai smesso di far sentire la propria voce in difesa dei cristiani e della popolazione siriana. In passato si era battuto contro la chiusura di alcune scuole cristiane nella regione autonoma curda a nord-est della Siria non riconosciuta da Damasco.

Ricordata come una figura di grande valore, padre Amer sottolinea come monsignor Hindo abbia «giocato un ruolo di mediatore fra arabi e curdi, fra musulmani e cristiani restando sempre ad Hassaké, che non ha abbandonato nemmeno quando l’Isis era alle porte» e operando in un’ottica di dialogo e incontro. Ha promosso anche progetti per lo sviluppo della zona, fra cui anche abitativi per i giovani, per contrastare lo spopolamento delle aree cristiane. E ancora, per la Caritas e sul fronte dell’istruzione.

(Vatican News)

Chiesa cattolica svizzera

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