Jurkovic: la Santa Sede all’Oms riflette l’impegno del Papa nel multilateralismo

Il traguardo è tagliato ed è importantissimo: la Santa Sede è, da oggi, e a tutti gli effetti, uno Stato non Membro Osservatore dell’Oms e questo grazie all’azione del governo italiano, che ha presentato, durante la 74.ma Assemblea mondiale della sanità, la risoluzione votata poi dal 30% dei Paesi presenti a Ginevra. La convinzione di Roma, espressa dal ministro degli Esteri Di Maio, è che la «presenza della Santa Sede sarà di grande ispirazione per tutti». Due le ragioni che hanno favorito la decisione, spiega a Vatican News l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra:Ascolta l’intervista con monsignor Ivan Jurkovic

Le conseguenze e le implicazioni di una risoluzione del genere, da un lato sono frutto di un lavoro, di un orientamento, delle scelte della Santa Sede nel passato e anche degli impegni che si prevedono per il futuro. Secondo me è sempre stato ovvio che la visibilità della Chiesa cattolica, nel mondo, passasse attraverso due opere socialmente più rilevanti. La prima è l’educazione, questo enorme sistema fatto di 300 mila scuole, di mille università cattoliche nel mondo, questa enorme visibilità. Ci sono poi, dall’altra parte, le istituzioni non propriamente sanitarie, ma di quello che in inglese si indica come Welfare, vuol dire di «benessere» generale, umano, che sono più o meno 110 mila istituzioni. Si tratta di due espressioni della Chiesa che dovevano assolutamente essere rappresentate, in una certa maniera, a livello istituzionale, se si può dire così, in questo caso come Osservatori della Santa Sede presso una Organizzazione importante, globale, che è l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò è avvenuto anche grazie a due parametri esterni. Il primo è certamente quello del Covid-19: non so se senza il Covid saremmo arrivati a questa idea, ma il Covid è il simbolo di una emergenza continua, sempre presente, per l’umanità. Il mondo ricco, grazie a Dio, ha avuto meno occasioni di rendersi conto di quanto sia precaria la salute nel mondo, mentre il mondo povero ha sempre sofferto di questo. La seconda cosa è l’impegno del Papa, indubbiamente molto visibile, molto percettibile qui a Ginevra, in favore del multilateralismo. I problemi globali devono essere risolti a livello multilaterale: questa è la convinzione del Santo Padre e questi due aspetti riflettono il perché della decisione che abbiamo appena visto adottare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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