L’India al collasso per il Covid, una mano anche dal Ticino

Covid e povertà stanno mettendo in ginocchio l’India che da inizio primavera sta affrontando la seconda, devastante e violentissima ondata della pandemia, che causa enormi e inaspettati disagi. Lo sanno bene Giovanni e Marialuisa Pedrazzini che nel grande Paese indiano hanno tanti contatti ed amicizie, createsi negli anni attraverso l’associazione ticinese «Amici di Dominique Lapierre» che offre un sostegno concreto al Centro ABC di Calcutta, all’interno del quale vengono seguiti centinaia di bambini disabili provenienti dall’area periferica di questa metropoli.

Con loro proviamo a capire come si è arrivati a questa situazione fuori controllo che sta creando gravissimi disagi sanitari ed economici nell’intero Paese, nonché un numero elevato di vittime. «Le ragioni probabilmente sono molteplici e sono legate da una parte al fatto che erano state abbassate tutte le misure di lockdown – ci spiega il dottor Giovanni Pedrazzini, presidente dell’associazione -», fino a permettere grandi assembramenti in occasione delle elezioni politiche e di una importante festa religiosa; «sicuramente c’è stato anche l’effetto di una mutazione indiana del virus molto più aggressiva anche nelle fasce più giovani della popolazione. Questi due fenomeni insieme hanno provocato una ondata incontrollabile che ha messo sotto pressione le strutture sanitarie già di per sé molto precarie. Verso fine aprile addirittura gli ospedali hanno cominciato a respingere pazienti positivi anche se avrebbero avuto necessità di cure».

Per quanto riguarda il piano vaccinale, in India attualmente sono presenti due vaccini, il Covishield prodotto dal Serum Institute e il Covaxin della Bharat Biotech. Al momento però non sembrano dare i risultati sperati.
Nonostante l’emergenza sanitaria, il Governo indiano non ha ritenuto opportuno, se non in zone limitate, reinserire misure di restrizioni più severe per tentare di arginare la pandemia, come ci conferma Marialuisa. «La gente ha necessità di lavorare, bloccare nuovamente il Paese avrebbe significato un drastico crollo economico, che comunque si presenterà inevitabilmente. Questa seconda ondata ha colpito in particolare la popolazione più povera che non ha accesso agli ospedali né ai dispositivi di sicurezza: se non hanno soldi per il cibo, come possono averne per le mascherine?».

Il Centro ABC

Dal 2011, l’associazione ticinese «Amici di Dominique Lapierre», fondata dai coniugi Pedrazzini, sostiene il Centro ABC di Calcutta che accoglie circa 120 bambine e ragazze disabili. Oltre al Centro di Calcutta ci sono poi una dozzina di strutture distribuite nelle aeree rurali che si prendono carico dei bambini con disabilità e delle loro famiglie. In questi mesi di emergenza, le ragazze assistite al Centro hanno ridotto a zero le attività. «Proprio in questo periodo – racconta Giovanni – sarebbero dovute partire per l’India dal Ticino, due studentesse della scuola di fisioterapia e di ergoterapia di infermieri della SUPSI, ma ovviamente il progetto è stato annullato. Le ragazze assistite al Centro non possono uscire né frequentare la scuola all’esterno, dunque il loro percorso scolastico è fermo. Come è fermo anche il percorso che stavano facendo diversi bambini che quotidianamente raggiungevano dalle loro case il Centro per le terapie e le attività».

I ragazzi del Centro ABC in coda per effettuare il tampone.

Dal Ticino un aiuto contro la pandemia

Johnmary, direttore del Centro ABC, aggiorna costantemente Giovanni e Marialuisa. È grazie a lui che i Pedrazzini riescono ad avere informazioni sulla situazione e sui progetti che nonostante tutto continuano a crescere: «All’interno del Centro ABC sono state prese severe misure di isolamento in modo da creare un ambiente sicuro; tutto il personale è stato vaccinato. Qualche settimana fa – spiegano i Pedrazzini – dal centro hanno avviato la richiesta di fondi per poter allestire dei locali con speciali misure di isolamento necessari per accogliere una cinquantina di persone positive bisognose di assistenza medica, di ossigeno e respiratori, portando supporto agli ospedali che attualmente sono al collasso. Con l’Associazione stiamo raccogliendo i fondi necessari per la realizzazione di questo progetto, dato che il Governo non garantisce alcun sostegno economico». L’appello ad aiutare il Centro ABC è rivolto a tutti; in questo momento una piccola donazione può garantire l’accesso alle cure a persone che rischierebbero di rimanere senza.

Per donazioni o informazioni visitare il sito www.amicidilapierre.ch

Sulla questione riguardante la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini leggi qui il commento del dottor Pedrazzini: Vaccini e brevetti: è una questione di etica (catt.ch)

Silvia Guggiari

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/lindia-al-collasso-per-il-covid-una-mano-anche-dal-ticino/