In pieno lockdown un’esperienza online di preparazione al matrimonio

La diffusione del Covid-19 ha stravolto la quotidianità di tutti. Per alcuni non solo è stata messa in discussione la vita di ogni giorno, ma anche progetti importanti, come il matrimonio! Paure e ansie hanno legittimamente invaso la mente e il cuore dei giovani fidanzati: potrò invitare tutti gli amici? Come fare per organizzare una bella e gioiosa giornata tenendo conto della precarietà della situazione e del continuo cambiamento di protocolli, possibilità, divieti? Ma alla fine, spesso ha prevalso il desiderio di unirsi in matrimonio e le difficoltà hanno contribuito a purificare il cammino, costringendo i futuri sposi a riflettere sull’essenziale.

Anche chi si occupa della formazione dei fidanzati è stato messo di fronte a scelte difficili ma anche a tentativi inediti. «Esattamente un anno fa – ci racconta don Mario Miclos, parroco di Breganzona – ho iniziato insieme a Dina e Luigi Roncoroni e Annamaria e Andrea Grisanti un’avventura alla quale mai avrei pensato: un corso per fidanzati online». I contenuti del percorso di preparazione al matrimonio sono senza dubbio importanti, come pure le metodologie e gli strumenti da utilizzare affinché il messaggio possa essere compreso al meglio. Ma l’accoglienza e il desiderio di sviluppare un rapporto di amicizia con i giovani fidanzati che desiderano sposarsi in chiesa è fondamentale. Con la pandemia questo desiderio di relazione personale è stato reso molto difficile. Come fare allora? «In pieno lockdown – prosegue don Mario – ci siamo interrogati sulla via da percorrere. Alcune coppie di fidanzati si erano ritirate prima dell’inizio del corso, preferivano rimandare, per poi poter frequentare in presenza. Altri avevano già pensato di seguire gli incontri però di rimandare il matrimonio, altri ancora non volevano prendere in considerazione nessun rimando. Dopo lunghe consultazioni con l’equipe di formazione ho deciso di iniziare gli incontri con i fidanzati in modalità online, nella speranza poi di poterci incontrare anche di persona».
Dopo un anno di pandemia e dopo alcuni inevitabili rimandi del matrimonio in chiesa i fidanzati testimoniano come le fatiche percorse insieme, li abbiano cambiati. «La maggioranza – ci dice don Mario – ha un grande desiderio di celebrare il matrimonio davanti all’altare del Signore. La prospettiva è cambiata, non importa più se i partecipanti nella chiesa si ridurranno a cinquanta o addirittura a quindici, è importante per loro sposarsi».

Per un sacerdote seguire un gruppo di fidanzati, insieme all’equipe formativa, è un’esperienza più che positiva. Si può vedere negli occhi dei
giovani il desiderio del «per sempre», la volontà di riavvicinamento alla fede, la consapevolezza che solo in tre lui, lei e Dio – si può essere famiglia. Lo sposarsi non è «in chiesa» ma «nella Chiesa» e quindi accompagnati dalla comunità nella scoperta, non di qualcosa di già compiuto, ma di una novità assoluta: il sacramento del matrimonio è capace di trasformare la monotonia della coppia nella gioia della scoperta dell’altro, come ricchezza inestimabile creata da Dio. «E questa certezza – conclude don Mario – non dipende dalla pandemia».

Federico Anzini

Chiesa cattolica svizzera

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