Myriam Di Marco: «Si è mamma ovunque allo stesso modo»

Myriam Di Marco, 34 anni, è mamma di due bambine e ricercatrice universitaria. Oggi insegna alla Facoltà di Teologia di Lugano. Nel 2015 ha ottenuto il dottorato in filosofia alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Per la ricerca di post dottorato, è partita con il marito e la prima figlia, che allora aveva tre anni, per Haifa, in Israele. Alla «School of Political Sciences» dell’Università ha lavorato su un progetto di ricerca in cui ha analizzato i vari aspetti del federalismo svizzero come possibile modello per risolvere il conflitto israelo-palestinese. In occasione della festa della mamma, le abbiamo fatto qualche domanda su questa esperienza.

Professoressa Di Marco, come concilia il suo ruolo di mamma e di ricercatrice?

«La conciliazione tra questi due ruoli non è per niente scontata, naturale, facile. Se dicessi il contrario mentirei a me stessa e alle donne che hanno intrapreso e intraprendono questo tipo di vita: da una parte la ricerca universitaria impone un ritmo serrato con pubblicazioni periodiche e disponibilità a spostarsi a seconda dello studio, dall’altra l’essere madre necessita la presenza per i propri figli. Come conciliare? Sviluppando il concetto di «quality time» con i propri figli, sapendo che la presenza fisica non è necessaria 24 ore al giorno, creando un ambiente sereno nel proprio focolare domestico soprattutto con il proprio partner e convincendosi che la professione che si porta avanti è anche per la famiglia».

Secondo lei, cosa deve esserci nel bagaglio che accompagna i suoi figli nella vita?

«Per le mie bambine vorrei che abbiano sempre la passione, il desiderio, la volontà di sviluppare i propri talenti, mostrando un senso critico nei confronti della realtà che le circonda ed un equilibrio emotivo dato dalla fede in Qualcuno che le sostiene. Senza passione non si va molto lontano».

In che modo trasmette questi valori ai suoi figli?

«Nel mondo tecnologico e soprattutto multiculturale in cui crescono le nuove generazioni si deve puntare alla testimonianza dei genitori. Come madre vorrei trasmettere i valori cristiani come la serenità e la gioia nell’affrontare le sfide quotidiane».

Come ricercatrice, ha vissuto con la sua famiglia anche in Israele. In che modo questa esperienza ha influito sulla crescita della sua prima figlia? Come è cambiato il suo modo di essere mamma?

«Essendo in contatto con più culture e religioni ogni giorno, il confronto era inevitabile sia da parte mia sia da parte della bambina. Ho imparato ad essere ancora più curiosa: è stato bello osservare come, nonostante culture e mentalità diverse, gli atteggiamenti materni siano quasi identici».

Come è visto e vissuto il ruolo delle mamme in Israele?

«La mamma in Israele è una figura centrale: basti pensare che l’8 marzo ho augurato buona festa della donna ad una cassiera in un supermercato di Haifa e lei seccata mi ha risposto che in Israele non si festeggiava la donna ma solo la madre!»

A tutte le mamme, Myriam Di Marco augura: «Possiate trovare serenità in tutto quello che fate, perché la vostra serenità pervaderà tutte le persone attorno».

Il libro «Mamma, ritorneremo? Il mio normalissimo Israele» (San Paolo Editore) sarà presto disponibile nelle librerie ticinesi.

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Chiesa cattolica svizzera

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