India: il Papa esprime la sua vicinanza all'arcivescovo di Bombay

Le pire su cui bruciano i cadaveri bruciano anche le lacrime di un Paese che non tiene il ritmo implacabile del virus. Quattromila morti al giorno, 380 mila contagi nelle ultime 24 ore che, a parità di tendenza, significano milioni di casi al mese. L’India che frantuma i terribili record della pandemia sta affrontando una lotta impari contro la diffusione del Covid e una quantità ingente di risorse economiche – quasi 7 miliardi di dollari – sono state stanziate per vaccini e sanità.

«La mia sentita solidarietà»

È lo scenario che rimbalza dai media ed è lo stesso scenario che ha spinto il Papa a esprimere per iscritto i suoi sentimenti alla gente del grande Paese asiatico e alla sua Chiesa. «In questo momento in cui tanti in India stanno soffrendo a causa dell’attuale emergenza sanitaria, io scrivo per trasmettere la mia sentita solidarietà e vicinanza spirituale a tutto il popolo». Destinatario del lungo messaggio è il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay e presidente dell’episcopato locale.

Francesco vuole ricordare chiunque abbia visto la sua strada attraversata dal coronavirus. «Il mio pensiero – scrive – va soprattutto ai malati e alle loro famiglie, a coloro che li assistono, e in particolare a coloro che stanno piangendo la perdita dei loro cari. Penso anche ai molti medici, infermieri, operatori ospedalieri, autisti di ambulanze e a coloro che lavorano instancabilmente per rispondere alle emergenze dei loro fratelli e sorelle. Con profonda riconoscenza invoco su tutti loro i doni di Dio di perseveranza, forza e pace.

Per la comunità cattolica dell’India Francesco ha parole di gratitudine per le opere di carità e di solidarietà «compiute al servizio di tutti». Penso, sottolinea, «alla generosità dimostrata da tanti giovani impegnati» e conclude raccomandando alla misericordia divina «i fedeli che hanno perso la vita, non ultimo il gran numero di sacerdoti e di religiose e religiosi». «In questi giorni di immenso dolore – conclude – possiamo tutti essere consolati dalla speranza che nasce dalla Pasqua e dalla nostra fede incrollabile nella promessa di risurrezione e della vita nuova di Cristo».

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