C'è grande attesa per le Prime comunioni nelle parrocchie della Diocesi di Lugano

La primavera non è solo la stagione in cui la natura raggiunge il suo massimo splendore, è anche il momento, per i bambini e le bambine della Prima comunione, di dare compimento, finalmente, al loro lungo percorso di preparazione in vista del sacramento, con il quale ricevono per la prima volta Gesù. Lo scorso anno, nelle nostre parrocchie, le Prime comunioni sono state, causa covid, posticipate in autunno; quest’anno, pur nelle limitazioni imposte dalla situazione sanitaria, si è cercato, per quanto possibile, di non rimandare il momento celebrativo, che in alcune comunità si svolgerà già a maggio, in altre a giugno o ai primi di luglio, più raramente a settembre.

Nei ragazzi è grande l’attesa per il Sacramento

Don Gian Pietro Ministrini ci descrive come è andata la preparazione a Balerna: «Percepisco nei ragazzi un senso di attesa molto più grande rispetto agli anni scorsi, che attribuisco proprio al momento particolare che stiamo vivendo: hanno capito quanto sia importante celebrare questo traguardo. Una preparazione che suscita tale attesa è una preparazione riuscita».

A Locarno nessuna interruzione

Un impegno, quello di prepararsi a ricevere Gesù, portato avanti con buona volontà da parte dei ragazzi, che hanno dovuto abituarsi a nuovi modi di incontro: «A Locarno abbiamo puntato molto sulla possibilità di poterci organizzare, tra la chiesa collegiata di S. Antonio e la Sacra Famiglia, in piccoli gruppi, per la formazione che è comunque sempre stata settimanale, in presenza e senza rinvii», ci racconta don Nathan Fedier. «Le norme rispettate sono state quelle previste per le lezioni di catechismo e la scuola: distanziamento sociale e mascherine anche per i bambini. A percorso ormai compiuto, posso dire che è andata bene. In tutto riceveranno il sacramento una trentina di ragazzi».

Il cammino «Fede e Vita» nella parrocchia di Gordola

Qualche chilometro più in là, a Gordola, anche don Carlo Vassalli ci racconta come in questi mesi si è riusciti a dare continuità al lavoro: «L’oratorio che abbiamo in parrocchia è stato una «valvola di sfogo» per i ragazzi; penso, in particolare, ai mesi di lockdown in cui le restrizioni erano più severe: con i dovuti accorgimenti, abbiamo comunque potuto offrire, come oratorio delle parrocchie di Lavertezzo Piano e Gordola, delle occasioni di incontro, sicuramente apprezzate dai bambini e dai ragazzi». La proposta pastorale della parrocchia di Gordola si basa su un’idea di «cammino continuativo», che è stato chiamato «Cammino Fede e Vita»: «I ragazzi che hanno iniziato il loro percorso verso la prima comunione, saranno successivamente accompagnati fino alla quarta media e alla cresima. Condividiamo con loro momenti di formazione e preghiera ma anche di divertimento. Si tratta di un percorso che offre pure l’occasione di riflettere sul periodo difficile che tutti stiamo vivendo, che ha anche delle conseguenze sul benessere psicologico dei più giovani».

Bellinzona: il desiderio di coinvolgere i genitori

Un aspetto molto discusso, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, è fino a che punto coinvolgere da vicino i genitori nella preparazione dei bambini alla Prima comunione. Le parrocchie, vista l’emergenza in corso, hanno fatto scelte anche molto diverse. «La Prima comunione nella collegiata di Bellinzona si svolgerà il 13 giugno, ma ho incontrato i genitori dei ragazzi solo qualche giorno fa. Non si può negare che sia una situazione davvero inusuale», commenta don Maurizio Silini. «Mi è anche mancato molto il non poter invitare i ragazzi a Messa, ma con una partecipazione limitata a 30 persone era praticamente impossibile fare diversamente. Auspico, a settembre, una ripartenza in ben altre modalità».

Nel Sottoceneri:«Il Covid ha complicato tutto»

A Lugano incontriamo Piera Bernardi, catechista dei ragazzi della Prima Comunione a San Rocco e in Cattedrale: «Abbiamo voluto mantenere una vicinanza con i nostri ragazzi lungo questo, per loro, insolito cammino di formazione», ci racconta Piera. «Preparare la Prima Comunione in questo contesto è molto difficile: i ragazzi hanno dovuto rinunciare al ritiro spirituale. Il metodo che usavamo gli altri anni per la preparazione si è dimostrato non adatto in questi tempi di Covid. È un peccato, dato che offriva spunti molto utili per avvicinare alla fede, non solo i bambini ma anche i loro genitori. In passato, grazie a una catechesi impostata così, abbiamo constatato delle aperture alla proposta cristiana notevoli. Normalmente avevamo anche l’abitudine, prima di ogni incontro di formazione, di riunire i bambini della Prima comunione e i ragazzi della Cresima assieme. Ci si ritrovava tutti nella chiesa di S. Rocco per un breve momento di catechesi in comune, per poi suddividerci nelle aule dell’oratorio, in base al sacramento che si doveva ricevere. Durante la catechesi venivano lette le intenzioni che i bambini avevano depositato in una speciale «bucalettere» in oratorio. Il Covid ha complicato tutto: niente più catechesi in comune, a causa delle limitazioni nel numero dei partecipanti, ma anche celebrazioni della Prima comunione «divise»: i ragazzi dell’Oratorio riceveranno il sacramento a gruppi di sei, per un totale di cinque celebrazioni».

Laura Quadri

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Chiesa cattolica svizzera

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