La passione quotidiana

Il lavoro di giornalista è: ricerca della verità, quindi dubbio, fatica, riflessione, senso della responsabilità. Chiariamo subito i punti di riferimento. E spesso è previsione e lungimiranza. Bistrattati, chiamati giornalai, in un senso dispregiativo che non riconosco, è la quotidianità. Le parole di un grande cantautore, Francesco Guccini, raccontano l’altra faccia della medaglia: «…per colpa d’altri a volte mi vergogno di fare il mio mestiere…». Ma se adesso facciamo un salto di qualche righe più in su e rileggiamo l’incipit dell’articolo, allora diventa tutto più bello e chiaro. Essere giornalisti, e non fare i giornalisti, in questo periodo di fake news, social e velocità può sembrare complesso se non impossibile. Ma la mediazione tra i fatti e il pubblico, una chiara visione e separazione tra le opinioni e i fatti è necessario. Lavoro nelle redazioni di catt.ch, di Strada Regina e sempre più spesso per il Dipartimento Cultura della RSI. Nel giorno del Primo Maggio festeggiamo i lavoratori. Festeggiamo quelli che hanno passione per quello che fanno. Perché la dignità dell’essere umano è anche in come si fa, quello che si fa. Ma il Primo Maggio è soprattutto, per me, il pensiero e l’impegno verso chi il lavoro non ce l’ha, lo ha perso, o chi sul lavoro subisce molestie e mobbing e bossing, a chi sul lavoro ha perso la vita. Tutte queste sono realtà che in tanti anni ho avuto la possibilità di raccontare attraverso le storie filmate di Strada Regina o scritte su catt.ch. Il giornalismo è libertà di raccontare quello che si vede, si può fare senza gossip, con i tempi giusti, con l’attenzione agli uomini e alle donne dei nostri tempi. Qui inizia e finisce il nostro impegno. Ma… c’è un ma. Il compositore e musicista Ezio Bosso una volta ha detto: «Non esiste l’ultima nota, perché l’ultima nota è la prima di un’altro strumento». Al nostro lavoro rigoroso si deve affiancare la voglia del pubblico di approfondire, di essere curiosi e di non fermarsi al titolo della prima notizia che il social di turno ha selezionato per noi in base alle nostre preferenze. Leggete, leggete, raccontate, passate parola sulle cose interessanti. Andate oltre le apparenze. Approfondite. Costa tempo e fatica. Ma pensate che anche Leonardo da Vinci, Winston Churchill e Rita Levi Montalcini avevano le vostre stesse 24h.

Chiesa cattolica svizzera

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