Ministeri laicali: «Non dei super-chierichetti, ma persone vicine alla comunità»

di Gioele Anni

Nel 2016, in una lettera al cardinale Marc Ouellet, papa Francesco scriveva: «Ricordo la famosa frase: «È l’ora dei laici», ma sembra che l’orologio si sia fermato». Una battuta provocatoria, un invito alla Chiesa a ripensare proprio il coinvolgimento dei laici. Nella diocesi di Lugano, le lancette di quel metaforico orologio si stanno muovendo. Dal 2018, in particolare, il vescovo Valerio Lazzeri ha dato nuovo impulso alla riflessione sui cosiddetti «ministeri laicali»: lettorato e accolitato. Da settembre 2020 è iniziato quindi, in diocesi, un percorso di formazione per i ministeri. Nel frattempo, a gennaio 2021, papa Francesco ha pubblicato una lettera in forma di Motu proprio che apporta alcune novità sulle quali la diocesi di Lugano potrà chinarsi in una successiva riflessione, dato che questo primo percorso era ormai cominciato.

Nell’ambito della formazione iniziata a settembre 2020, lo scorso sabato 17 aprile, monsignor Lazzeri ha incontrato sei candidati al lettorato. Don Sergio Carettoni, delegato vescovile per i ministeri laicali e cappellano alla Clinica Moncucco, accompagna questo cammino. Ma qual è la finalità dei ministeri laicali? Spiega don Carettoni: «Non si tratta solamente di svolgere i servizi liturgici. I ministri laici ricevono uno specifico mandato del vescovo ad aiutare le proprie parrocchie e l’intera comunità diocesana in vari ambiti di impegno pastorale». Quali? «Chi accede al lettorato annuncia la Parola durante la Messa, ma anche nella quotidianità della vita. Lo stesso vale per gli accoliti, che servono durante l’Eucarestia ma soprattutto s’impegnano a costruire la comunità cristiana come Eucarestia vivente». Nell’incontro del 17 aprile, il vescovo Lazzeri ha offerto una riflessione sulla mistagogia: la capacità, in primo luogo di comprendere personalmente il mistero dei sacramenti, e poi di aiutare tutta la comunità a crescere nella consapevolezza del mistero stesso. Due padri della Chiesa, Sant’Ambrogio e San Cirillo, sono stati presentati come maestri dell’annuncio cristiano. I ministri laici, insomma, così come i sacerdoti ma nella diversità degli incarichi, sono chiamati a testimoniare con la vita e a spiegare con le parole il senso profondo del Vangelo di Cristo. «Il vescovo Valerio», riprende don Carettoni, «pensa a laici formati che possano assumere dei servizi ministeriali all’interno della Chiesa, per aiutare ogni persona nel proprio viaggio spirituale. Per dirla con una battuta: non dei ›super-chierichetti,’ ma delle persone che si prendono a cuore la vita dei fedeli e delle comunità».

Tra i sei candidati al lettorato c’è Davide Adamoli della parrocchia di Besso: sposato, lavora come collaboratore scientifico presso l’Archivio diocesano e tra i vari impegni ecclesiali è membro del Consiglio diocesano delle Confraternite. «Alcuni sacerdoti, tra cui il mio parroco don Marco Dania, mi hanno proposto di seguire il percorso diocesano», spiega Adamoli. «Ho sempre partecipato alla vita della Chiesa nel nostro territorio, con umiltà ho detto «sì» alla formazione per i ministeri laicali: sento prima di tutto il desiderio di crescere nella relazione personale con il Signore, e poi di mettermi a servizio della Chiesa di Lugano con un significato più profondo e preciso». Per don Carettoni non si tratta per questi laici di occupare spazi ma di avviare processi. «Una Chiesa in comunione, una Chiesa che è tessuto di relazioni: i ministri laici possono dare un contributo in questa direzione, nella Diocesi di Lugano anche come operatori all’interno delle Reti pastorali». E Davide Adamoli riflette: «La sfida del nostro tempo, per i cristiani, è mostrare la cura che abbiamo gli uni per gli altri. Ce lo dice il Vangelo, e specialmente oggi è questo l’impegno più forte che possiamo assumere come laici credenti». Il futuro? In una Chiesa chiamata a rinnovarsi, la prospettiva per alcuni di questi laici oggi in cammino verso i ministeri del lettorato e dell’accolitato, potrebbe essere in un tempo futuro non troppo lontano, anche l’approdo ad un passo successivo: il diaconato permanente.

Chiesa cattolica svizzera

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