Dai santuari di Morbio e Locarno il racconto della Pasqua appena vissuta

Nella diocesi di Lugano, come in tante altre sparse in tutto il mondo, si è appena celebrata la seconda Pasqua in tempo di pandemia. Se, quella dello scorso anno, verrà ricordata per sempre come una Pasqua «blindata» con le celebrazioni chiuse ai fedeli, quella del 2021 è stata sicuramente contraddistinta dalle parziali riaperture che già da qualche settimana stanno segnando il nostro Cantone. Nonostante le limitazioni ancora presenti, sacerdoti e fedeli hanno potuto incontrarsi e vivere in comunione le liturgie della Settimana Santa. Ce lo hanno confermato anche i responsabili di due dei maggiori santuari presenti sul nostro territorio.

Alla Madonna del Sasso una Pasqua «più ecclesiale»

Anche i frati del Santuario della Madonna del Sasso a Locarno attendono, come tutti, il ritorno di una vita piena, senza la preoccupazione dei contagi e senza le limitazioni che ancora si fanno sentire in certi momenti delle celebrazioni. «Stiamo vivendo – ci racconta frate Agostino Del-Pietro – una situazione che può essere paragonata a quella della natura che ci circonda: le piante sono in fiore, si sentono i profumi della vegetazione che rinasce; come la natura tutti noi siamo in attesa di poter vivere una nuova primavera che ci farà uscire da questo lungo inverno che dura ormai da più di un anno».

Qualche segnale che qualcosa di nuovo è vicino lo stiamo già vivendo da alcune settimane, con l’allentamento delle limitazioni, comprese quelle riguardanti le celebrazioni pasquali. È sempre frate Agostino a raccontarci della loro Pasqua celebrata in convento: «Abbiamo vissuto una Pasqua più «ecclesiale» rispetto a quella dell’anno scorso» che era stata una festa trascorsa nella chiusura più totale. «Nel 2020 abbiamo celebrato la Settimana Santa solamente tra noi frati. È stato un momento particolare per noi, anche se abbiamo sentito molto la mancanza dei fedeli. Quest’anno, nonostante le limitazioni ancora in vigore che permettono l’accesso nella nostra chiesa piuttosto piccola a 30- 35 persone, siamo riusciti a godere maggiormente della Settimana Santa e del triduo, condividendo con i fedeli la liturgia». «Nei giorni di festa – continua fra Agostino – abbiamo avuto una grande affluenza di fedeli e di visitatori che sono venuti a godere della bellezza del luogo dal punto di vista paesaggistico e culturale».

Il Santuario di Morbio, una presenza che dà fiducia

«Morbio è una presenza che dà fiducia. Da oltre 425 anni i pellegrini che arrivano al santuario di Santa Maria dei Miracoli percepiscono la presenza materna della Madre di Dio». Queste parole, piene di speranza, scaturiscono dall’esperienza quotidiana di don Simone Bernasconi, responsabile del rinomato santuario di Morbio Inferiore. Anche a lui abbiamo chiesto di raccontarci come ha vissuto questa seconda Pasqua in tempo di pandemia. «Quest’anno – ci racconta don Simone – il triduo pasquale è stato celebrato interamente nella chiesa più ampia di S. Giorgio. Il santuario è rimasto però sempre aperto per la preghiera personale e nell’intera giornata di sabato ci sono state le confessioni. La domenica ho celebrato due messe solenni pasquali, per permettere una maggiore affluenza, rimanendo nei limiti stabiliti di 50 persone per culto».

Ma qual è il messaggio che don Simone, come gli altri sacerdoti, hanno cercato di far passare in questi giorni? «Il cuore del messaggio pasquale è la Risurrezione. Specialmente in questo tempo di pandemia, dove un po’ tutti ci sentiamo in trappola, rinchiusi in casa, con limitati contatti sociali, nell’attesa di «rinascere». A volte mi sento apostrofare che sarebbe ora che il Padre eterno guardasse giù, a questa nostra tribulata situazione. Io rispondo sempre che sarebbe meglio che noi guardassimo maggiormente in su. Potremo ripartire nuovamente solo se sapremo guardare in alto, perché solo Colui che ci ha creati per amore può guidarci a fare sempre di più esperienza del Suo amore. Ma dobbiamo dedicare più tempo alla preghiera per fidarci di Dio e affidarci a Lui».

Le persone, limitate negli spostamenti, esprimono il desiderio di rimanere in contatto. «Cerco di essere vicino alla gente – continua don Simone – anche con dei messaggi su whatsapp. Sono circa 400 le persone memorizzate nella rubrica del mio cellulare. Penso a loro singolarmente e porto le loro intenzioni di preghiera davanti all’altare di Santa Maria dei Miracoli».

Come scrive don Simone ai parrocchiani, «Maria vede l’attesa, i bisogni, le angosce, le disperazioni di tutti coloro che vengono a Morbio, anche spiritualmente. I pellegrini vengono, perché sanno che malgrado la loro miseria, della quale a volte possono essere parzialmente causa, Maria non li disprezza; li guarda con tenerezza. Tutte le loro attese, tutti i loro bisogni, Maria li presenta a suo Figlio Gesù».

Silvia Guggiari e Federico Anzini


Le funzioni

Morbio Inferiore: ogni 29 del mese e ogni lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, ore 17.30 rosario, ore 18 santa messa; martedì e sabato ore 6 lodi mattutine, ore 6.30 santa messa. Domenica e giorni festivi: ore 15 rosario, ore 15.30 santa messa; ore 17 rosario, ore 17.30 santa messa. Martedì ore 6.30 santa messa del pellegrino.

Locarno: domeniche e festivi, ore 10 santa messa; ore 11 santa messa in tedesco. Ore 16.15 adorazione eucaristica con vespri e rosario; ore 17 santa messa.


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