Ritrovato il corpo di Beatrice Stöckli, missionaria svizzera uccisa in Mali

«Abbiamo ormai la triste certezza della morte di Beatrice Stöckli», ha scritto su Twitter il consigliere federale Ignazio Cassis, aggiungendo che «i miei pensieri vanno alla famiglia della nostra connazionale». Cassis si è detto anche sollevato dal fatto che la vicenda abbia potuto essere risolta poco dopo la sua visita in Mali nel febbraio scorso. Nei giorni scorsi, infatti, le autorità del paese africano hanno informato la Svizzera del ritrovamento dei resti di una persona che poteva essere la basilese rapita a Timbuctu dai terroristi che ne avevano annunciato l’uccisione lo scorso ottobre. I campioni sottoposti al test del DNA all’Università di Zurigo hanno confermato la tragica circostanza.

Beatrice Stöckli, missionaria di Basilea che operava da anni a Timbuctù, era stata rapita a inizio del 2016, per la seconda volta, dopo che un’analoga sorte le era toccata nell’aprile del 2012. Nell’ottobre del 2020 era stato reso noto che a uccidere la donna era stata l’organizzazione terroristica jihadista Jama’at Nusrat Al-Islam wa’l-Muslimin (JNIM). Da quel momento, le autorità svizzere hanno cercato di ottenere maggiori informazioni sulle circostanze della morte e sul luogo in cui si trovava il corpo.

Il corpo della donna svizzera sarà riportato in patria non appena le autorità maliane lo consentiranno e sarà in seguito consegnato alla famiglia. Per rispetto delle disposizioni sulla protezione dei dati e a causa del procedimento in corso, il DFAE non si esprime sui dettagli del caso.

Chiesa cattolica svizzera

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