«L’occhio» di Dio nel nostro cuore per scoprire la grandezza delle sue opere e per guidarci

Quaresima 2021: terza settimana

Durante questa terza settimana di quaresima, vorrei riflettere su una nuova pagina del Siracide. Si tratta del capitolo 17 che, nella sua prima parte, ci parla della creazione dell’essere umano. Il capitolo si apre con queste parole: « Il Signore ha creato l’essere umano a partire dalla terra ed è alla terra che egli lo fa ritornare ». In seguito, il Siracide sottolinea che gli esseri umani «a sua somiglianza Dio li ha rivestiti di forza e a sua immagine egli li ha fatti» (v. 3). Inoltre, secondo il progetto di Dio, l’essere umano deve essere «signore degli animali e degli uccelli» (v. 4). Dopo questi versetti che ritornano sui primi due capitoli della Genesi, il Siracide si ferma sul ruolo degli umani nel mondo. Ecco la traduzione di questi versetti:

6Discernimento, lingua, occhi,

orecchie e cuore ha dato loro per riflettere.

7Di comprensione e di intelligenza li ha colmati

e ha mostrato loro il bene e il male.

8Ha posto il suo occhio nei loro cuori

per mostrare loro la grandezza delle sue opere

9-10ed essi celebreranno il suo santo nome

per raccontare la grandezza delle sue opere (Si 17,6-10).

Il testo si apre menzionando i diversi «organi» della persona umana: il discernimento, la lingua, gli occhi, le orecchie e il cuore. In prima posizione c’è il discernimento, quindi la capacità di orientarsi nella vita e di scoprirne il senso. In seguito abbiamo i diversi elementi fisici con il cuore in ultima posizione. E il cuore è la forza per «riflettere» (v. 6), per scegliere tra «il bene e il male» e, soprattutto, per scoprire l’azione di Dio nella creazione e, specialmente, a favore di noi esseri umani.

Infine, negli ultimi versetti, il Siracide torna sul cuore, ma questa volta al plurale. E, nei cuori degli esseri umani, nel cuore di ciascuna e ciascuno di noi, Dio «ha posto il suo occhio» (v. 8). Questa immagine eccezionale vuole sottolineare che gli umani, illuminati dall’occhio di Dio che è nei loro cuori, possono orientarsi nella loro vita, possono scoprire «la grandezza delle sue opere», possono celebrarla e raccontarla.

Sulla creazione ci sono parecchi passi anche nel Corano. Qui mi limito alla sura 40. Di essa ecco due versetti:

67È Lui che vi ha creati dalla polvere, poi da una goccia [di sperma], poi da un grumo di sangue. Vi ha fatto uscire neonati [dal grembo materno] perché possiate poi raggiungere la pienezza e poi la vecchiaia – ma qualcuno di voi muore prima – affinché giungiate ad un termine stabilito. Rifletterete dunque?

68Dio è Colui che dà la vita e dà la morte. Quando decide una cosa, dice solo «Sii» ed essa è. (Sura 40,67-68).

Con parole diverse, il Siracide e il Corano ci invitano a riflettere sulla nostra esistenza. Essa è totalmente un dono, da quando siamo stati concepiti fino alla morte. E scoprendo la nostra vita come un dono, noi non possiamo che constatare la grandezza delle sue opere»: esse sono un immenso spazio, un panorama illimitato sul quale riflettere. Ma, a proposito della nostra riflessione e del nostro sguardo sulle opere di Dio, noi dobbiamo sapere che ciò è possibile grazie alla forza che Dio ci dona o – per dirlo con le parole del Siracide – grazie al «suo occhio», il suo occhio che ha messo nei nostri cuori.

Che «l’occhio» del Signore, l’occhio che egli ha nascosto nel nostro cuore, ci permetta di identificare correttamente il nostro cammino durante la quaresima e anche in tutto il tempo che Dio ci donerà. E su questo cammino, cara lettrice, caro lettore, saremo insieme.

 1 Cf. M. C. Palmisano, Siracide, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI), 2016 p. 171.

2 J. Hadot, Penchant mauvais et volonté libre dans la Sagesse de Ben Sira (L’Ecclésiastique), Presses universitaires, Bruxelles 1970, p. 108.

3 Certi manoscitti greci invece di «occhio» hanno la parola «paura». Ma la parola «occhio» è confermata nell’antica traduzione latina dove si legge: « posuit oculum suum super corda illorum».

4 Cf. M. Chebel, Dictionnaire encyclopédique du Coran, Fayard, Paris 2009, pp. 107-108.

Chiesa cattolica svizzera

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