Ceneri: il rito si adatta alle misure anti-Covid

Puntuale, ogni anno, il calendario liturgico ci presenta l’appuntamento con le «Ceneri». Inserite al mercoledì per le parrocchie di rito romano, alla domenica o al lunedì successivo nelle comunità di rito ambrosiano, segnano l’inizio della Quaresima. Il termine, dal latino «quadragesima» (quaranta giorni) richiama ad un tempo prolungato di preghiera, digiuno ed elemosina. La liturgia ci propone sovente dei tempi di preparazione proprio per approfondire il mistero che si celebra. Il carattere propedeutico di questi tempi di preparazione è significativo e nel 2021 si presenta come un’occasione di crescita spirituale. È la seconda Quaresima che vivremo con delle limitazioni determinate dalla pandemia, non sappiamo ancora quali saranno le indicazioni delle autorità per le celebrazioni del sacro triduo di Pasqua. Tuttavia il Mistero pasquale viene a portare una rinascita proprio attraverso la sofferenza e il limite. Come dire: non c’è Pasqua senza venerdì santo, non c’è risurrezione senza morte. Il tempo liturgico che stiamo per iniziare aiuta a convergere i cuori proprio all’esperienza del limite umano: il richiamo ad una vita più sobria, raccolta nel silenzio e nel contempo attenta agli altri, le preghiere e devozioni dedicate in modo particolare al Mistero della Passione del Signore, i testi liturgici rivolti al tempo (l’assenza del Gloria e dell’Alleluia) o i vari elementi di arredo e di paramenti (colore viola, assenza di fiori). Tutto concorre a vivere la Quaresima con spirito di attesa per accrescere il desiderio di una risurrezione interiore che non prenda spunto da ciò che nella quotidianità rischia di distrarre.

Quest’anno, a motivo della pandemia, la Santa Sede ha emanato delle indicazioni pratico – liturgiche per la celebrazione del mercoledì delle Ceneri e probabilmente ne darà altre per il Triduo pasquale. Le sante messe già vedono alcuni adeguamenti per il contenimento della pandemia, per i riti specifici si richiedono ulteriori misure. Nel caso delle Ceneri l’adeguamento si presenta semplicemente con la formula che il sacerdote rivolge ai fedeli «ricordati che polvere sei e polvere tornerai» (Gen 3,19) o «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15) pronunciata in forma comunitaria anziché personale. Il tempo della pandemia obbliga a dare un ulteriore carattere di penitenza e di attesa verso la Pasqua: le restrizioni che si impongono e il carattere di accresciuta austerità si inseriscono in un tempo di incertezza e preoccupazione che l’umanità sta vivendo. È proprio qui che si presenta la possibilità per rendere ulteriormente efficace il tempo della Quaresima: la ricerca di una qualità di questo tempo liturgico vivendo la realtà quotidiana di pandemia con quello spirito che deve animare questi quaranta giorni: Gesù nel deserto. Molti sono gli elementi, e la liturgia con i suoi richiami ed elementi vari sarà maestra nell’accompagnare la comunità cristiana, favorendo questo spirito. È da accogliere questa grande quanto provocatoria opportunità: vivere quaranta giorni di riscoperta dell’essenziale: la ricerca di Dio.

Don Emanuele Di Marco,
direttore dell’ufficio liturgico diocesano

Chiesa cattolica svizzera

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