L’intelligenza artificiale è tra noi. Impariamo a conoscerla e ad apprezzarla

Dal 15 al 19 febbraio è in programma alla Facoltà di Teologia di Lugano un convegno sull’intelligenza artificiale: un accoppiamento che sarà parso alquanto singolare agli estranei alla materia. Ma se proviamo ad addentrarci in questa tematica, tanto ampia quanto complessa, è facile comprendere come all’interno di essa trovi spazio il dibattito tra diverse discipline, dall’informatica alla filosofia fino alla teologia. Già, perché intorno alle macchine che sempre più supportano l’uomo nella vita quotidiana vi sono studi e riflessioni che coinvolgono tanti campi e professionisti. A introdurci a tale tematica è il prof. Luca Maria Gambardella, docente ordinario della Facoltà di Informatica dell’USI, all’interno della quale dirige il Master di Intelligenza Artificiale. Gambardella sarà uno dei relatori all’interno della settimana intensiva.

Prof. Gambardella, a quando risale l’inizio degli studi sull’intelligenza artificiale?
La storia dell’intelligenza artificiale o delle «macchine intelligenti» ha inizio negli anni 50 del ›900 grazie allo studioso Alan Turing, matematico e filosofo britannico, che sviluppò un test, il «Test di Turing» appunto, per verificare che l’intelligenza delle macchine fosse o meno superiore a quella umana. Ad oggi, nessuna macchina ha mai superato il test. Attualmente l’intelligenza artificiale, che viene realizzata ispirandosi alla rete neuronale del cervello umano, è una materia molto pratica che mette a confronto scienziati, teologi, filosofi ed informatici che cercano di presentare e spiegare diversi punti di vista sullo stesso tema.

Ma questa tematica, che apparentemente sembra così tecnica e scientifica, come può interagire con gli studi umanistici?
L’intelligenza artificiale mette in discussione tante discipline che si interrogano sui limiti e sul concetto di «intelligenza». Ad esempio ci si chiede se la macchina ha coscienza o meno di quello che fa. Un aspetto che avvicina i due mondi, quello scientifico e quello filosofico, è quello riguardante il fatto che la macchina può imparare determinate cose. Oggi l’intelligenza artificiale viene applicata nei più svariati campi: in medicina una macchina può, ad esempio, essere istruita a riconoscere delle cellule tumorali; in campo industriale, per individuare i difetti di un prodotto; oppure per generare testi tradotti da altre lingue; ma anche in campo bancario, per analizzare e gestire i dati.

C’è la possibilità futura che l’intelligenza artificiale superi quella umana?
Su alcune cose su cui le macchine vengono oggi istruite possiamo già dire che siano più brave degli uomini: ad esempio, se istruisco una macchina a riconoscere un determinato tumore, quella macchina diventerà più brava del dottore; ma lo sarà solamente in quella applicazione per la quale è stata addestrata. Se, invece, la stessa macchina viene interrogata per un’altra tipologia di tumore, non sarà in grado di darci risposta. Le macchine oggi vengono addestrate per determinate funzioni, ma non saranno mai in grado di intendere o di volere, o di provare delle emozioni. Attualmente vengono creati degli strumenti che hanno un’utilità pratica e che vanno a supportare l’essere umano nel suo modo di comunicare e di vivere.

Il prof. Luca Maria Gambardella.

Perché, dunque, dedicare un convegno in una Facoltà di Teologia?
Quello che presenterò è un percorso che parte dalla macchina per arrivare agli interrogativi che l’uomo si pone su di essa e come i vari studiosi cercano di dare delle risposte. Io che sono informatico, ad esempio, tenderò a spiegare i comportamenti della macchina in maniera prettamente scientifica; un filosofo tenderà invece a vedere le capacità intellettive attraverso certi comportamenti. Spesso facciamo lezioni in parallelo con scienziati e filosofi, proprio perché questa tematica riesce a interrogare tanti aspetti e ad aprire dibattiti enormi. Credo sia importante presentare su un tema così importante punti di vista diversi e potersi confrontare sia sui metodi sia sulle valutazioni. Alcuni meccanismi che studiamo noi scienziati provengono dagli ambienti filosofici: il tema che verrà dibattuto sarà dunque legato ai punti di vista delle varie discipline, sul concetto di intelligenza artificiale e su come si misura.

Come iscriversi ai corsi in streaming

Per partecipare occorre iscriversi, entro lunedì 8 febbraio, compilando il formulario reperibile dal sito della FTL (www.teologialugano.ch/eventi-e-notizie) e inviandolo a: info@teologialugano.ch. I corsi saranno erogati in live streaming tramite la piattaforma Zoom (il link verrà inviato a iscrizione avvenuta).

Silvia Guggiari

Chiesa cattolica svizzera

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