Il ruolo e l'importanza dei testi sacri nel dialogo interreligioso

Domani, domenica 24 gennaio, sarà la «Domenica della Parola di Dio». E pensando a questa domenica, vorrei partire dal Salmo 25 proposto dalla liturgia: «Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri» (v. 4). Ma come fa il Signore a farci conoscere le sue vie? Egli lo fa, soprattutto, attraverso Gesù. Sì, Gesù è «la Parola» (Gv 1,1), e «la Parola si è fatta carne e ha rizzato la sua tenda tra di noi» (Gv 1,14). Così scrive Giovanni cominciando il suo Vangelo. E qui il sostantivo «carne» sottolinea la fragilità, la fragilità che Gesù ha condiviso con noi. Poi, con la formulazione «rizzare la tenda tra di noi», il Vangelo ci mostra Gesù che condivide la nostra vita fatta di situazioni provvisorie, il nostro vivere in cammino, un cammino fatto di momenti di solitudine e anche di incontri e di mille imprevisti. Ebbene, nell’ultima cena con gli apostoli, Gesù dice: «Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene verso il Padre se non attraverso di me» (Gv 14,6). In queste parole possiamo vedere un collegamento con il Salmo 25. Il Signore ci fa conoscere le sue «vie» attraverso colui che è «la via». E, se penso alla mia storia personale, vedo che – nella mia debolezza e fragilità – Gesù, che è «la via», mi ha accompagnato nelle mie esperienze in famiglia, a scuola e in Burundi. In questi tre ambiti egli mi ha accompagnato e sostenuto attraverso mille incontri, incontri con persone che condividono le mie convinzioni religiose e persone che hanno impostazioni diverse. Se penso al Burundi, da quando ho cominciato ad andarvi, ho spesso proposto incontri interreligiosi. Per prepararli sceglievo sempre quattro testi: uno dell’Antico Testamento, uno del Vangelo, uno del Corano e uno della letteratura africana. Poi chiedevo ai partecipanti su quali di questi testi volevano soffermarsi a riflettere. E ricordo una persona che intervenne dicendo: «il secondo e il terzo testo perché ci sono più vicini». E a fare questa proposta era il responsabile di una comunità islamica. E, pensando a questo imam, non posso non ricordare quanto leggo nel Corano: «Gli angeli chiamarono Zaccaria mentre era in piedi, pregando nel tempio: Dio ti dà il lieto annuncio della nascita di Giovanni, il quale confermerà una Parola venuta da Dio, e sarà onorevole e casto, sarà profeta e nel numero dei buoni» (Sura 3,39). In questo passo, Zaccaria riceve un messaggio dal cielo; gli nascerà un figlio, Giovanni il battezzatore. E, come abbiamo letto domenica nel Vangelo (Gv 1,35-42), Giovanni annuncerà ad alcuni suoi discepoli: «Ecco l’agnello di Dio», l’amato da Dio, il prediletto. Le parole della Sura 3 aprono musulmani e cristiani alla persona di Gesù, Parola che viene da Dio. Attraverso Gesù, la sua presenza, le sue parole, le sue azioni, Dio ci parla. Ascoltiamolo, quindi, lasciamoci accompagnare da lui sulle vie del Signore, vie che noi percorreremo insieme.

Renzo Petraglio, biblista

Chiesa cattolica svizzera

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