Benedetta e la rosa bianca

Le notizie sono tratte dal libro «Siate nella gioia» di Benedetta Bianchi Porro, Cooperativa tipografica degli operai, Vicenza.

Benedetta nasce l’8 agosto del 1936 a Davàdola (Forlì) e nuore il 23 gennaio del 1964 a 27 anni. Nel 1953 si iscrive a medicina presso l’università di Milano e durante il primo anno è già quasi completamente sorda. Riesce comunque a dare degli esami. Nel 1957 le diagnosticano la malattia: neurofibromatosi diffusa. Deve subire alcuni interventi che si riveleranno inutili. Scrive minimizzando il suo male:» Io penso che cosa meravigliosa è la vita (anche nei suoi aspetti più terribili) e la mia anima è piena di amore e di gratitudine verso Dio, per questo!»

Quando ormai non può più camminare accoglie anche questa prova con coraggio. Scrive ancora:» Quanto a me, faccio la vita di sempre; eppure a me sembra così completa. E’ però vero che la vita in sé e per sé mi sembra un miracolo, con tutte le sue cose! E vorrei innalzare un inno di lode a chi me l’ha data!»

Per confortarsi, pensa a Dio e questo le basta. In un tema a 14 anni, al tempo del ginnasio, scriveva che le grandi anime nascono nella solitudine. Certo, non mancano le tentazioni, ma lei chiama il suo Gesù e Lui le dà luce attraverso l’oscurità. Per vincere le tentazioni canta con quel poco di voce che le è rimasta. Diventerà cieca oltre che completamente paralizzata. Unica eccezione sarà una mano, con la quale riuscirà a comunicare con la sua mamma.

Benedetta andrà per due volte a Lourdes assistita dalla mamma; nel maggio del 1962 e nel mese di giugno del 1963. Non chiede la guarigione, ma la Madonna le fa la grazia di accettare la sua infermità con ancora maggiore abbandono. Conosce il suo stato ma non se ne lamenta; è solo preoccupata di farne tesoro. Una settimana prima di morire dice: «Io me ne vado e vi lascio il mio cuore, la mia fede. Torno a Dio bambina».

La mamma, guarda nel giardino di casa e vede spuntata una rosa bianca. Lo comunica alla figlia tanto amata e speciale, la quale vi vede un segno delicato del Cielo. E’ stata beatificata il 14 settembre del 2019. La sua vita è stata una scia luminosa che ha rischiarato il mondo con il suo cuore pieno di amore e gratitudine per Dio che l’ha creata.

Chiesa cattolica svizzera

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