Francesco: «insensato atto di brutalità» l'attentato in Iraq

«Sua Santità Papa Francesco è stato profondamente rattristato nell’apprendere dell’attentato di questa mattina in piazza Tayaran a Baghdad». Lo scrive il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin  che firma a nome del Papa il telegramma indirizzato al presidente della Repubblica di Iraq, Barham Salih. «Nel deplorare questo insensato atto di brutalità» prosegue il testo, il Papa «prega per le vittime decedute e le loro famiglie, per i feriti e per il personale di emergenza presente. Confidando che tutti continuino a lavorare per superare la violenza con fraternità, solidarietà e pace, Papa Francesco – conclude il cardinale Parolin – invoca sulla nazione e sul suo popolo iracheno la benedizione di Dio onnipotente».

La cronaca dell’attentato

Il duplice attentato suicida di questa mattina a Baghdad ha causato la morte di almeno 28 persone, oltre 70 i feriti, diversi in gravi condizioni. Due i kamikaze che si sono fatti esplodere in un mercato di vestiti usati, un luogo molto frequentato specialmente durante la mattinata. La doppia esplosione, poi le urla di terrore ed il suono delle ambulanze. L’attentato è avvenuto nella piazza poco distante da piazza Tahrir, epicentro nel recente passato delle proteste antigovernative contro il carovita e la corruzione. In Iraq non si vedeva nulla di simile da almeno un anno e mezzo: l’ultimo attentato suicida nella capitale era avvenuto nel giugno del 2019, in una moschea sciita. In quell’occasione il bilancio in termini di vite fu meno grave rispetto ad oggi: 7 i morti, una ventina i feriti. 

Il terrorismo

Per il momento l’attentato non è stato rivendicato, ma le autorità del Paese lo hanno definito un attacco terroristico. L’ultima micidiale esplosione suicida nella capitale irachena, sempre a Tayaran Square, provocò una trentina di morti nel gennaio del 2018. Due mesi fa, nei pressi della capitale, un attacco contro una postazione militare ha causato la morte di 11 persone, altrettanti i feriti.

Patriarca Sako: messaggio di morte, forse nel mirino c’è anche il progetto elettorale

«Hanno voluto mandare un messaggio di morte, che forse ha a che fare con il ritiro dei soldati USA dal Paese, o con il progetto elettorale. Resta il fatto che, finora, non c’è nessuna dichiarazione o rivendicazione proveniente da chi c’è dietro queste esplosioni». Sono inquietanti, pur se telegrafiche, le dichiarazioni e le ipotesi che il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako rilascia all’Agenzia Fides in merito al duplice attentato che il 21 gennaio, ha mietuto vittime tra le tante persone che a quell’ora affollavano il mercato di vestiti usati in piazza Tayaran, nel centro di Baghdad.

Era dal giugno del 2019 che il centro di Baghdad non veniva colpito da attentati di questo tipo. I jihadisti del sedicente Stato Islamico, che a partire dal giugno 2014 avevano conquistato Mosul e poi ampie regioni del Nord Iraq, erano stati dichiarati militarmente sconfitti in Iraq nel dicembre del 2017.

La strage di Baghdad fa cadere un’ombra di inquietudine anche sull’attesa trepidante vissuta dalle comunità cristiane locali in vista della visita apostolica di Papa Francesco in Iraq, in programma dal 5 all’8 marzo. Il 19 gennaio, a Baghdad, nella sede del Patriarcato caldeo, i vescovi cattolici in Iraq avevano partecipato a un incontro di preparazione della annunciata visita papale. Il Cardinale Louis Raphael Sako, in vista del prossimo «Digiuno di Ninive» – tre giorni di digiuno e preghiera tradizionalmente osservati dai cristiani caldei per fare memoria della conversione di Ninive a seguito della predicazione del Profeta Giona, giornate che quest’anno cadono dal 25 al 27 gennaio –aveva esortato tutti i battezzati caldei a «a pregare per la salvezza dall’epidemia di Coronavirus» e «anche per la buona riuscita della visita di Papa Francesco a marzo».

Chiesa cattolica svizzera

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