Il vescovo Lazzeri dialoga con i giovani: alle radici della fede in Gesù

Non una catechesi, ma un dialogo a cuore aperto. Al centro la domanda fondamentale: perché credere in Gesù? Nel primo incontro dell’anno con i giovani, organizzato in modalità streaming dalla Pastorale Giovanile diocesana, il vescovo di Lugano, monsignor Valerio Lazzeri, ha proposto una riflessione di ampio respiro a partire dal brano del Vangelo di Giovanni (capitolo 1, vv. 35-42) che descrive la chiamata dei primi discepoli.

«Ho voluto leggere con voi un brano», ha esordito il vescovo, «che ci aiuti a concentrarci quanto più possibile sull’essenziale. Questo tempo ci chiede di dare spazio alla nostra dimensione più esistenziale e contemplativa». Così si spiega la scelta di un testo asciutto e diretto, in cui l’evangelista ha voluto «eliminare ogni traccia di riferimenti pittoreschi» per andare al cuore dell’esperienza di sequela.

Insieme ai giovani, mons. Lazzeri ha svolto una Lectio Divina soffermandosi sui cinque nuclei della pericope. «Gesù inizialmente non è al centro della scena, ma di lato: l’attenzione è fissata su Giovanni Battista con i suoi due discepoli, a cui proprio il Battista indica Gesù come ›Agnello di Dio’. Ecco che Gesù fa il suo ingresso nell’esperienza umana, annunciato da qualcuno che ne ha intuito l’essenza più profonda».

Il secondo movimento vede protagonisti i discepoli, che decidono di mettersi sui passi di Gesù. Il primo intervento del Messia, però, è spiazzante. Spiega mons. Lazzeri: «Gesù non dà risposte, ma pone una domanda che destabilizza: ›Che cosa cercate?’. Invita a mettersi in contatto con il desiderio più profondo che c’è dentro ciascuno. E i discepoli, a loro volta, chiedono: ›Dove abiti?’. Si sentivano stranieri, ora in Cristo cercano una casa in questo mondo».

Poi i nuclei che restano in qualche modo più misteriosi: i discepoli seguono Gesù e rimangono con lui. «Cosa hanno visto?» – prosegue mons. Lazzeri. «Non lo sappiamo, e neppure è così importante. Sappiamo però che hanno fatto un’esperienza di vita vera. Al punto che subito – quarto nucleo del brano – Andrea va dal fratello Simone a raccontargli questo incontro». Poi, nel quinto e ultimo momento, Gesù annuncia a Simone che diventerà Pietro: «Ecco la proposta che cambia la vita: Gesù identifica Simone, infatti lo chiama ›figlio di Giovanni’. Non cancella il suo passato, ma gli preannuncia che il suo futuro gli riserverà una novità».

Ecco le radici della fede in Gesù: esperienza di un incontro che avviene nel cuore, intimo, diverso per ciascuno. «I discepoli seguono il Messia: potremmo dire che i loro piedi muovono prima della testa, perché senza fare troppe elucubrazioni si mettono in cammino». Conclude il vescovo: «Perché siamo cristiani? Non tanto perché il Vangelo ha contenuti interessanti, né perché ci incontriamo con persone dagli interessi simili ai nostri. Siamo cristiani perché Gesù ci sta chiamando, e interpella il nostro infinito desiderio di vivere«.

L’incontro è proseguito con gli interventi dei giovani collegati in streaming, in dialogo con il vescovo. L’intera mattinata si può vedere nel video qui sotto.

Chiesa cattolica svizzera

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