Da una parte, il palesarsi della variante inglese del virus Covid19, che incute timore, chiede nuove misure e sacrifici alla libertà di tutti. Dall’altra, il vaccino e l’avvicinarsi della bella stagione, che infondono speranza. Papa Francesco non smette di ripetere che da una crisi si può uscire solo migliori. L’alternativa è di cadere in una situazione peggiore. Non ci sono vie di mezzo. In questo dilemma si vive anche la fede, magari in famiglia e con bambini piccoli. Fin dall’inizio della pandemia la diocesi di Lugano si è attivata, per il tramite dell’ufficio di pastorale liturgica, nella creazione di sussidi indirizzati alle famiglie per offrire specificatamente ai nuclei famigliari che non possono recarsi a messa in questo periodo, la possibilità di vivere tra le mura domestiche un momento di preghiera e approfondimento delle letture evangeliche domenicali. «I sussidi che proponiamo settimanalmente – sottolinea don Emanuele Di Marco, responsabile del centro liturgico-pastorale – desiderano raggiungere i fedeli (singoli e famiglie) che non possono prendere parte (per malattie, quarantene o altro) all’assemblea che celebra in parrocchia. I sussidi rientrano quindi in quelle iniziative di «stimolo» ad una preghiera attiva anche se si è impossibilitati a partecipare ai sacramenti. La domenica è un giorno fondamentale per la vita di fede del cristiano: una preghiera ben fatta in casa è sicuramente una pietra miliare per il proprio cammino con Gesù».
Don Emanuele Di Marco, che ha pure dato vita alla presentazione domenicale online del Brico-Vangelo creato per i bambini e fruibile dal canale youtube dell’oratorio di Lugano, è in contatto diretto con molte famiglie. Da qui la sua lettura della situazione. «Se ci sono famiglie che hanno reagito bene a questa situazione difficile purtroppo altre hanno messo da parte il cammino di fede. Sebbene non manchino lodevoli e interessanti iniziative, per molte famiglie l’aspetto religioso, a causa della pandemia, sembra rientrare nelle «attività non essenziali»».
Non per tutti però l’esperienza è di abbandono della pratica. «Durante il primo lockdown – ci racconta Susanna Genasci di Cureglia– abbiamo seguito tutte le funzioni religiose alla TV, in famiglia. Sono stati momenti intimi e speciali, un altro modo di vivere la messa, a volte anche divertente, con il via vai dei bambini (soprattutto del più piccolo). In questi giorni invece la situazione è diversa, il fatto di poter partecipare alle funzioni religiose è sicuramente di grande sollievo e di aiuto spirituale per vivere con grazia questo periodo. Purtroppo il numero chiuso per partecipare alla messa e il timore dei contagi non ci consente più di vivere questo appuntamento con tutta la famiglia. Con i bambini ci limitiamo a leggere o commentare il Vangelo a casa, alcune volte guardiamo il video del Brico-Vangelo realizzato per i più piccoli da don Emanuele. Abbiamo anche cominciato a recitare quotidianamente il rosario».
«Questo periodo di pandemia – ci racconta Marcel Martinie di Losone – è stato per la mia famiglia un’occasione per apprezzare quanto di bello la vita ci offre ogni giorno. Siamo fortunati perché possediamo una casa con il giardino e non abbiamo «patito» troppo il confinamento. Dal punto di vista della pratica religiosa questo è stato un periodo per fermarsi e riflettere insieme: con mia moglie Louise, la mattina, affrontiamo la lettura del Vangelo del giorno; con Salomè, la figlia più grande di quattro anni leggiamo alcuni passaggi della vita di Gesù e con Marianne, la figlia più piccola di un anno e mezzo, usiamo uno strumento pedagogico adeguato: fascicoli con immagini di Gesù con i bambini, la Sua nascita, la Sacra Famiglia». Insomma, a casa ci si organizza. «Quello che sicuramente ci è mancato e ci manca tutt’ora – continua Marcel – sono i momenti con gli amici e le giovani famiglie a noi vicine, come pure gli incontri diocesani di pastorale familiare e il gruppo «sposi in cammino» di Locarno». Anche per la famiglia Martinie la messa è un momento delicato. «Cerchiamo di parteciparvi ma è difficile mantenere ferme al loro posto le nostre due bambine, così piene di vita ed attratte da quello che succede sull’altare; alcune persone sono timorose non vedendole mantenere le distanze in chiesa». Nelle famiglie con bambini comunque è molto seguito il BricoVangelo. «Questo semplice video adatto ai bambini sul Vangelo della domenica – spiega don Emanuele – è nato l’anno scorso durante il lockdown. Avevo pensato di concludere le puntate a Pentecoste, ma è stato l’entusiasmo dei bambini che mi ha spronato a continuare. È uno strumento semplice ma essenziale di attenzione verso i piccoli».
Federico Anzini
Chiesa cattolica svizzera