Il Papa all'Angelus invita a vivere in modo sobrio per trovare Dio

Seconda domenica di Avvento con papa Francesco che prima della preghiera dell’Angelus recitata dalla finestra del palazzo apostolico, prende spunto dalla figura di Giovanni il Battista che le letture della liturgia propongono ai fedeli.

Il Battista che va nel deserto e sceglie una forma di vita essenziale trasmette un messaggio di altrettanta essenzialità e di conversione. Per il Papa -in primo luogo- si tratta di una chiamata al distacco dalla mondanità per poi arrivare alla »ricerca di Dio e del suo regno». Come vivere questo tutti i giorni? Secondo il Papa, per il cristiano di oggi «l’abbandono delle comodità e della mentalità mondana non è fine a sé stesso, il cristiano non fa il fachiro, ma è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande, cioè il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio. Ma questo non è facile, perché sono tanti i legami che ci tengono vicini al peccato: l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi. A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione».

Il rischio per il Papa è «di rimanere nelle «sabbie mobili» di un’esistenza mediocre». Serve allora ricordare che «la conversione è una grazia, dunque, da chiedere a Dio con forza. Ci convertiamo veramente nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio» che è un padre buono e tenero che ci ama tanto.

Dopo la preghiera dell’Angelus il Papa  ha ricordato gli allestimenti nelle case di presepe ed albero, «segni di speranza in questo tempo difficile" invitando a non fermarsi al segno ma ad andare al significato dell’avvento di Gesù e all’amore di Dio, perché non c’è pandemia e crisi che possa spegnere questa luce.

fonte acistampa/red

Chiesa cattolica svizzera

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