Alla porta di Caritas Ticino hanno bussato persone e famiglie, che fino ad ora, se pur nella ristrettezza economica, ce l’avevano
sempre fatta. Con la pandemia e le misure di contenimento che spesso hanno comportato per molti una diminuzione delle entrate, la situazione è cambiata. «In molti non sono più riusciti a far fronte alle spese, malgrado il sostegno dello Stato», rivela Fantoni. Ci porta l’esempio di alcuni piccoli imprenditori, che a causa della diminuzione del lavoro, non riescono a ottenere sufficienti entrate. Già la scorsa primavera Caritas Ticino aveva visto aumentare le richieste di aiuto a cui, dopo un’attenta e celere verifica della situazione, aveva potuto dare una risposta attraverso la Catena della Solidarietà e le donazioni spontanee di privati. «Il nostro è un aiuto sussidiario, che diamo nei casi in cui lo Stato non ha la possibilità di intervenire: paghiamo le fatture quali cassa malati, affitto e distribuiamo buoni alimentari», spiega il direttore. In tutto, ad oggi, sono 700 le persone che hanno potuto beneficiare dell’aiuto: 150 famiglie e un centinaio di singoli. Inoltre, Caritas Ticino si è fatta promotrice di un’iniziativa dal titolo «Un aiuto insieme» che punta a mettere in collegamento chi vuole aiutare attraverso gesti concreti e chi ha bisogno (www.caritas-
ticino.ch/unaiutoinsieme). Per Marco Fantoni è importante che ora più che mai venga mantenuto lo stato sociale e gli armonizzatori implementati nel corso degli anni, e che si creino le condizioni economiche per fare in modo che le aziende possano offrire posti di lavoro che permettano di sostenere la vita delle famiglie in Ticino.
Chiesa cattolica svizzera