Dall’«Economy of Francesco» al Festival sociale di Lugano. Il commento di Markus Krienke

Secondo l’enciclica sociale Fratelli tutti di papa Francesco le battaglie per la libertà e l’uguaglianza oggi sono strumentalizzate da poteri che si servono di questi grandi ideali «per giustificare qualsiasi azione»: per questa ragione bisogna riscoprire quella che è la terza grande promessa del mondo moderno, cioè la fraternità. Se, fino ad oggi, per definire questa terza «promessa» è stato sempre usato il concetto di «solidarietà», secondo il Papa ora non basta più, perché la solidarietà tende a rendere le persone uguali, mentre il principio di fraternità consente agli uguali di essere diversi. Una società fraterna è sempre solidale, ma non si può dire il contrario. La fraternità, secondo Bergoglio, indica quella solidarietà che si oppone alla «cultura dello scarto». Questo pensiero di Francesco, espresso nella sua ultima enciclica, viene discusso nell’incontro mondiale di imprenditori ed economisti under-35 Economy of Francesco, in corso ad Assisi e online. Lo scopo è inviare un segnale nella direzione di una rottura con le logiche dominanti dell’economia globale. Un secondo segnale tratto dall’Enciclica è quella fraternità simboleggiata dalla figura di S. Francesco d’Assisi, che non implica una rottura con un certo sistema economico-politico, ma una sua ricostruzione. La stessa proposta è oggetto di un altro evento quasi contemporaneo al primo: il decimo Festival della Dottrina sociale, in programma dal 23 al 26 novembre, che coinvolge 25 sedi italofone, tra le quali vi è Lugano. Pur condividendo molte idee dell’Economy of Francesco, lo spirito del Festival (organizzato negli eventi in Ticino dalla Rete Laudato si’ della Svizzera italiana) si distingue per alcuni aspetti. Innanzitutto, diversamente dallo «spirito globale» di Assisi, c’è la forte convinzione che la ricostruzione prende avvio solo a partire dal contesto concreto delle realtà territoriali. Non contrappone quindi all’attuale «modello» economico un modello «alternativo», come quello proposto ad Assisi con l’economia civile o di comunione. Il tema scelto a Lugano, Giustizia oltre i confini. Per una Svizzera più responsabile e solidale, che si riallaccia all’iniziativa per le multinazionali responsabili, non mette l’accento sulla condanna del mercato libero, ma richiama le multinazionali alla responsabilità. Così si combattono le storpiature del mercato globale e si contribuisce a ristabilire un’equa concorrenza internazionale. Superare le ingiustizie sociali significa salvare il mercato come spazio di libertà, costruendo un mercato globale (e locale) più giusto e anche più libero e sostenibile, secondo una grande intuizione che apparteneva già ai padri dell’economia sociale di mercato: la solidarietà con gli emarginati e con l’ambiente. La loro inclu sione nei processi di mercato rende il mercato non solo meno astratto ma anche più sostenibile. Quindi il Festival, rispetto ad Assisi, propone una valorizzazione più positiva del libero mercato, delle imprese e delle istituzioni, come presupposto per poter vivere più a fondo lo spirito di fraternità. Non a caso i grandi pensatori della tradizione francescana, basandosi sulle intuizioni di S. Francesco, hanno elaborato ben prima di Adam Smith alcuni principi fondamentali generativi del libero mercato, dalle teorie sul capitale e sull’impresa fino alle prime banche, fornendo così gli strumenti economici per la realizzazione della fraternità. Nel contempo, questa tradizione testimonia quello che è il comune impegno di entrambi gli eventi, ossia sottolineare, come il Papa nell’enciclica Fratelli tutti, che «il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno».

Markus Krienke, professore di etica sociale alla Ftl

Il programma del Convegno luganese.

Chiesa cattolica svizzera

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