Ripartire sul cammino della speranza

Tante voci hanno già commentato la lettera pastorale del Vescovo Valerio e da tutto ciò nasce come una sinfonia di aneliti e considerazioni che compongono la melodia attuale e futura del «cammino della Speranza» che coinvolge tutta la chiesa diocesana. Il momento presente non ha fatto che mettere in luce la fragilità e il bisogno di relazioni e di Relazione che caratterizzano la nostra umanità. Il pensiero della morte o della malattia, la solitudine o la distanza dagli affetti e l’arresto di tante attività, hanno permesso a molti di ricentrarsi sull’essenziale. Il ripartire incerto e frenetico allo contempo dei nostri impegni però, rischia di proiettarci in avanti senza permetterci di far tesoro dell’esperienza degli scorsi mesi.

Per questo occorre «Ripartire dal cuore», dalla nostra interiorità che tante volte fuggiamo o rincorriamo senza mai raggiungere: «È lì che, nel silenzio, nella più radicale spogliazione da ogni tentazione di affermazione di sé contro l’altro, ci attende la meravigliosa e semplicissima presenza del Signore, capace di farci passare: dalla paura alla fiducia, dal sospetto alla consegna di noi stessi, dall’irrigidimento sui propri bisogni, sui propri diritti, sulle proprie necessità inderogabili, alla gioia dello scoprirci in relazione, in comunione» (n° 6).

La speranza scaturisce da questa Presenza in noi che, al di là della situazione che ci circonda, conduce dalle tenebre alla luce, risvegliando in noi energie e capacità rinnovate. Tutti siamo rimasti affascinati dall’idea dei Laboratori di speranza, che come fiaccole calorose e luminose, si propagheranno sul nostro territorio. La rete che siamo chiamati a intessere però è soprattutto un cordone di vita, di amore e di bellezza, che scaturisce da cuori rinnovati dall’Amore di Dio. Ogni progetto, iniziativa prende forma o si rivitalizza in questa dinamica d’amore capace di restituire piena dignità alla persona umana. L’Amore di Cristo ci spinge, come afferma San Paolo, ed è la sorgente della nostra speranza.

A questo proposito mi permetto di concludere con l’estratto di un altro dono prezioso che viene dato alla nostra riflessione in questo periodo, l’enciclica di Papa Francesco «Fratelli tutti», che in questo paragrafo si riferisce e invita proprio alla speranza: «ci parla di una realtà che è radicata nel profondo dell’essere umano, indipendentemente dalle circostanze concrete e dai condizionamenti storici in cui vive. Ci parla di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore. […] La speranza è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa. Camminiamo nella speranza» (n° 55).

Chiesa cattolica svizzera

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