Il corpo di Marcel Lefebvre spostato nella cripta di Ecône

Georges Scherrer, kath.ch (traduzione in francese di Grégory Roth per cath.ch)

Nel 1970 il vescovo Marcel Lefebvre fondava a Ecône il seminario San Pio X, il primo della Fraternità sacerdotale omonima da lui fondata. A cinquant’anni di distanza, nel corso dei festeggiamenti celebrati dalla Fraternità (che è separata da Roma), il corpo di Lefebvre è stato spostato dal seminario stesso alla cripta della chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Ecône.

Si è trattato di una celebrazione ‘ad intra’: nessun vescovo esterno ha partecipato alla cerimonia. L’ex Superiore generale della Fraternità, Mons. Bernard Fellay, con i vescovi tradizionalisti Bernard Tissier de Mallerais e Alfonso de Galarreta, oltre a un centinaio di sacerdoti e quasi altrettanti seminaristi, hanno raggiunto in processione la chiesa di Ecône. Provenienti da tutta la Svizzera, Francia e Italia, diverse centinaia di fedeli si sono recati nel Vallese per questa giornata definita «storica» da un sacerdote della Fraternità. A causa della folla, le celebrazioni nella chiesa e nella cripta sono state anche trasmesse in video nel cortile annesso. Nella folla erano visibili solo poche e rare mascherine.

Lo spirito del sacerdozio

Mons. Fellay ha elogiato il «coraggio eroico» dell’arcivescovo Lefebvre: «La Fraternità è una Chiesa rivolta al futuro, che si costruisce soprattutto sullo spirito del sacerdozio», ha spiegato Fellay. L’ex superiore generale ha poi esortato i fedeli a sentire la devozione di Gesù come un desiderio e a sottomettersi umilmente a Lui. Nessuno dovrebbe temere la lotta: «Nella Chiesa ci sono sempre state lotte e sempre ci saranno, anche dopo che le nostre battaglie saranno concluse». È una lotta «contro l’inferno», ha affermato mons. Fellay, che poi ha citato la «gentile Madre di Dio» come esempio di «volontà di combattere».

Vespri per San Nicolao della Flüe

Dopo la funzione, le spoglie di Marcel Lefebvre sono state trasferite dall’ex sede del seminario alla cripta. I seminaristi si sono alternati nel portare la pesante bara dell’arcivescovo scomunicato morto nel 1991. Dopo un Requiem nella cripta, la bara è stata collocata in un sarcofago. La giornata si è conclusa con i vespri in occasione della festa di San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera.

Persone di tutte le età hanno partecipato alla celebrazione. Molte donne e ragazze indossavano il velo. Tutti i canti e le preghiere erano in latino. La comunione veniva somministrata sulla lingua dai sacerdoti ai fedeli inginocchiati. Per la 23enne Valérie, accompagnata da due amici di Saxon, i festeggiamenti sono stati un’occasione di ringraziamento per tutto ciò che la FSSPX ha fatto negli ultimi anni. «Questo anniversario è motivo di grande gioia, perché la Fraternità è attiva e combatte da tanti anni», ha detto una donna di Varese.

«La vera Chiesa cattolica»

Per un devoto della Svizzera orientale, invece, si è trattato di un «grande giorno di festa» in memoria dell’arcivescovo che «ha salvato la Chiesa». A detta dell’uomo, la fede mantenuta da questa Chiesa lo aiuta ad affrontare tutte le situazioni della vita. Accanto a lui, un uomo di Soletta ha detto di sentire da quarant’anni un forte legame con la FSSPX, «perché non sapevo cosa fare della fede cattolica per come è emersa dal Concilio Vaticano II». E una donna della Svizzera centrale ha aggiunto: «Siamo la vera Chiesa cattolica».

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