«Rifugiati e migranti in Libia sono intrappolati in un ciclo di gravi violazioni e abusi dei diritti umani, tra cui detenzioni arbitrarie prolungate e altre privazioni illegali della libertà, tortura e altri maltrattamenti, uccisioni illegali, stupri e altre violenze sessuali, lavoro forzato e sfruttamento da parte di attori statali e non statali in un clima di impunità quasi totale» è l’allarme di Amnesty International.
È quanto emerge dal nuovo rapporto di Amnesty International intitolato «Tra la vita e la morte». Un testo pubblicato all’indomani dell’annuncio, da parte della Commissione europea, del nuovo »Patto sull’immigrazione». «Queste non sono tutte nuove rivelazioni. Per anni rifugiati e migranti, difensori e attivisti dei diritti umani libici, giornalisti, organismi delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie e per i diritti umani hanno lanciato l’allarme sulle orribili condizioni che rifugiati e migranti sono costretti a sopportare in Libia». Scrive ancora Amnesty International.
La precedente ricerca di Amnesty International ha costantemente mostrato la sconvolgente gamma di violazioni. Queste riguardano sia i diritti umani che gli abusi commessi contro rifugiati e migranti in Libia negli ultimi dieci anni. Questo rapporto descrive anche modelli di abuso emersi più di recente. È incluso il trasferimento di persone sbarcate in Libia in luoghi di detenzione non ufficiali. Poi c’è la loro successiva sparizione forzata, nonché la deportazione sommaria di migliaia di rifugiati e migranti dalla regione orientale della Libia.
«Un paese ridotto a pezzi da anni di guerra è diventato un ambiente ancora più ostile per rifugiati e migranti in cerca di una vita migliore. Invece di essere protetti, vanno incontro ad una lunga serie di agghiaccianti violenze e ora sono persino ingiustamente accusati, per motivi profondamente razzisti e xenofobici, di aver diffuso la pandemia da Covid-19», ha dichiarato Diana Eltahawy, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. «Nonostante tutto questo, anche quest’anno l’Unione europea e i suoi Stati membri stanno portando avanti politiche che intrappolano decine di migliaia di uomini, donne e bambini in un circolo vizioso di crudeltà, dimostrando un cinico disprezzo per la loro vita e la loro dignità», ha aggiunto Eltahawy.
Il rapporto di 58 pagine analizza con precisione tutta la questione libica. Si conclude con una serie di raccomandazioni per le autorità libiche, i gruppi che di fatto controllano il territorio. Un testo per il Governo di accordo nazionale, per l’Unione europea e i suoi stati membri. In particolare scrive Amnesty «per interrompere il ciclo di abusi, l’Ue e i suoi Stati membri devono riconsiderare la loro cooperazione con la Libia sulla migrazione. Devono andare oltre il sostegno condizionato ad un’azione immediata per fermare gli orribili abusi contro rifugiati e migranti.
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