Inaugurata a Melide la nuova piazza mons. Sandro Vitalini (cronaca e fotogallery)

Era in festa sabato 19 settembre 2020, Melide per ricordare ed onorare, a quattro mesi dalla sua scomparsa e a 61 anni esatti dalla sua ordinazione, il «suo» don Sandro. Il consiglio parrocchiale  e il comune si sono dati la mano per organizzare insieme un intenso pomeriggio che alle 15.15 prevedeva un ricordo a più voci per ricostruire le molte sfaccettature del prete, uomo e teologo; alle 17 la messa con mons. Lazzeri e subito dopo la dedicazione a don Sandro Vitalini, sacerdote e teologo ticinese, del piazzale antistante la chiesa dei Ss Quirico e Giulitta, da parte dell’autorità comunale. Presente anche il vescovo emerito Pier Giacomo Grampa.

Dopo il saluto del presidente del consiglio parrocchiale, Abbondio Adobati, hanno preso la parola don Mario Pontarolo, parroco onorario di Comano-Cureglia, compagno di seminario di don Sandro, don Gianfranco Feliciani, parroco di Chiasso, Corinne Zaugg, giornalista e presidente dell’Unione femminile cattolica ticinese e Giuseppe Zois, già direttore del Giornale del Popolo nonchè curatore di un libro di recente pubblicazione proprio dedicato a mons. Vitalini. Voci diverse che insieme hanno ricordato la composita figura di questo prete che sin da ragazzino, come ha sottolineato Carlo Bernasconi -intervenuto brevemente per ricordare il coetaneo Sandro- aveva ben chiara la sua vocazione. Per Giuseppe Zois fu un «anticipatore»: «avanti nel cogliere segni, fermenti ed attese del popolo di Dio». Un entusiasta sostenitore del vento fresco che il Concilio Vaticano II portò nella Chiesa della metà degli anni ’60, ma la lentezza con cui questa, ne recepì le innovazioni, fu per lui anche fonte di delusione e rammarico.  Sentimenti che non esitava ad esprimere con la sua voce che sapeva essere tonante!
Sapeva rendere semplici le cose difficile e questo lo rese un grande divulgatore, comprensibile a tutti e mai banale. Fu un generosissimo diffusore del suo pensiero. Sempre pronto a metter mano alla penna per esprimere un pensiero personale, un augurio, rispondere ad una questione teologica, dare una mano quando le cose si facevano difficile nelle vite delle persone. Per oltre cinquant’anni fu vicino all’Unione femminile, ha ricordato Corinne Zaugg, tenendo ritiri spirituali, accompagnando le donne in pellegrinaggio (indimenticabile rimase quello in Terra Santa), mantenendo relazioni di amicizia profonda e personale, e scrivendo sulla loro rivista «Spighe» per la sua rubrica «Il teologo risponde». Fin all’ultimo. Anzi, ancora oltre, visto che in redazione vi sono ancora diverse domande a cui aveva già risposto, ma ancora non sono state pubblicate.

da sinistra: don Feliciani, Corinne Zaugg, Giuseppe Zois e don Mario Pontarolo

Fu uomo di un semplicità estrema, nei modi e nei costumi. Ma come ha puntualizzato con affetto don Feliciani, non fu un «ingenuo», quanto piuttosto un «furbo». Sapeva come e quando far scendere i suoi strali sui temi che gli stavano più a cuore: il crimine del commercio d’armi, lo scandalo delle divisioni all’interno delle Chiese cristiane, le ingiustizie sociali che permettono fame e povertà, i comportamenti bigotti. Generoso dissipatore, ha affidato a tanti scritti, lettere, interventi per i giornali, il suo pensiero. Tanto che ad oggi – come è emerso dagli interventi- il suo pensiero teologico ancora non ha trovato una sistemazione organica. Un lavoro tutto ancora da compiere, quindi, che forse ci riserverà ancora delle sorprese.

Dopo la messa, il sindaco Angelo Geninazzi, dopo aver lodato la collaborazione tra consiglio parrocchiale e autorità comunali che ha permesso che in termini brevissimi si giungesse alla dedicazione della piazza, ha scoperto – tra gli applausi commossi della tanta gente venuta a ricordare don Sandro- la targa che d’ora in poi darà il suo nome alla piazza su cui si affaccia la chiesa.

Il momento della dedicazione della piazza. In prima fila il vescovo Lazzeri e il vescovo emerito Grampa.

Il ricavato del libro «Il Vangelo della gioia» che Giuseppe Zois ha curato e che l’amico di una vita, Aristide Cavaliere ha dato alle stampe, è in vendita a 20 franchi. L’intero ricavato andrà a favore della Fraternità presbiterale S. Filippo Neri, di cui don Sandro fu fondatore.

red

Chiesa cattolica svizzera

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