Una trentina di Chiese evangeliche in Svizzera celebrano il secolo di federazione

di Gino Driussi

Lunedì scorso è stata una data importante per la Chiesa evangelica riformata in Svizzera, che ha compiuto 100 anni. Infatti, quella che fino al 31 dicembre 2019 si chiamava Federazione delle Chiese evangeliche è stata fondata il 7 settembre 1920 a Olten. All’assemblea fondatrice presero parte 32 delegati di 15 Chiese riformate cantonali e di due associazioni della diaspora. Nel documento costitutivo si legge che scopo della Federazione è «stabilire un legame spirituale intimo tra i cristiani riformati della Svizzera e collaborare così al progresso del Regno di Dio in seno al nostro popolo». Da allora, molta acqua è passata sotto i ponti. Una data molto importante è stata il 1. gennaio di quest’anno, quando dalle ceneri della Federazione delle Chiese evangeliche è nata la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERS), in seguito a un
iter, lungo e talvolta accidentato, iniziato nel 2011 e che ha portato a una nuova costituzione, volta a rafforzare l’unità del protestantesimo svizzero e a formare una comunione di Chiese, pur nel rispetto delle autonomie cantonali. Della CERS fanno parte 24 Chiese cantonali (tra cui la Chiesa evangelica riformata nel Ticino), più la Chiesa evangelica libera di Ginevra e la Chiesa evangelica metodista. Essa rappresenta circa 2 milioni di evangelici. Secondo le ultime cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica, gli eredi di Zwingli e di Calvino costituiscono il 23,8 per cento della popolazione della Svizzera, a fronte del 35,8 per cento di cattolici romani. Da notare che tra il 2010 e il 2018, le percentuali di cattolici e di riformati è scesa rispettivamente di 3 e 5 punti.

Ecumenismo inedito con i Santi La Chiesa riformata in Svizzera ha sempre dato prova di un forte impegno ecumenico, segnatamente con
la Chiesa cattolica romana. Dal 1966 esiste una Commissione mista di dialogo tra le due Chiese, che si occupa in particolare di questioni pastorali quali i matrimoni misti, il riconoscimento reciproco del battesimo e i servizi religiosi ecumenici, mentre per quanto riguarda l’ospitalità eucaristica i nodi permangono irrisolti, anche se è una pratica abbastanza consueta, soprattutto nella Svizzera tedesca e romanda. Inoltre, proprio nei giorni scorsi, la Commissione ha pubblicato (per il momento solo in tedesco) un opuscolo intitolato «Heilig» (santo). Il libretto contiene sei biografie di santi (tutti stranieri) «modelli della fede e ponti che costituiscono un reciproco arricchimento per le due Chiese». Un risultato incoraggiante su un tema ecumenicamente delicato e una costatazione a prima vista sorprendente: «I santi – afferma la Commissione – non dividono più le nostre Chiese, anzi le riavvicinano». Già in precedenza, diverse iniziative comuni era
no state intraprese nel 2017 per il 500mo anniversario della Riforma e nel 2019 in occasione dell’anno zwingliano.

Una Chiesa senza presidente Da notare infine che la CERS è attualmente senza presidente. Il 53enne pastore Gottried Locher (sposato e padre di tre figli) che dal 2011 era alla testa della Federazione evangelica ed era stato poi eletto alla guida
della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (per la quale si era adoperato moltissimo) ha rassegnato le dimissioni lo scorso maggio. Su di lui pesano accuse – per il momento non comprovate e dai contorni ancora poco chiari – di comportamenti offensivi nei rapporti di lavoro con alcune dipendenti e la rivelazione di una sua relazione con una pastora che faceva parte dell’esecutivo della CERS.

Chiesa cattolica svizzera

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