Fecondità spirituale

Ogni anima, quando è unita a Dio creatore di ogni cosa, diventa feconda nello Spirito.
Spesso i frutti non si vedono ma ci sono. Maria ha generato un solo Figlio, ma è diventata
madre di una moltitudine. Apparentemente non ha fatto nulla di straordinario nella sua vita
terrena, ma era talmente unita a Dio che la sua fecondità non conosce limiti. Nel
documento «Lumen gentium» così leggiamo: «Anche nel ministero apostolico la Chiesa
sente di assomigliare alla Vergine, che generò il Cristo dopo averlo concepito per opera
dello Spirito Santo. Come lei, infatti, la Chiesa contribuisce efficacemente…alla crescita di
Cristo nei cuori dei fedeli. La Vergine costituisce quel nobile ideale di amore materno che
deve informare la missione apostolica di coloro che nella Chiesa lavorano per la
rigenerazione degli uomini. " (L.G. 65) Nel suo libro «Colloquio interiore», Suor Maria della
Trinità (1901-1942), clarissa a Gerusalemme così scrive: «Una sola anima, per quanto sia
piccola, pervasa dall’amore, può trascinare una moltitudine di altre anime». Un pensiero
analogo è quello di San Serafino di Sarov, monaco ortodosso e mistico russo (1754-1833),
che così incoraggiava i suoi discepoli: «Acquista la pace interiore e delle migliaia intorno a
te troveranno salvezza». Nelle nostre costituzioni monastiche dell’Ordine di S. Agostino al
capitolo dedicato alla fecondità apostolica è scritto: «La nostra vita claustrale, con la sua
forza d’implorazione, in virtù della solitudine interiore, del silenzio e dell’intensa penitenza
dà gloria a Dio, apre lo spirito dei non cristiani perché ascoltino il Vangelo e rende feconda
nei cuori la parola di salvezza. Inoltre produce, per divina grazia, invisibili e reali frutti di
santità e dona incremento all’Ordine e al popolo di Dio». (50)
Sia che siamo monaci, preti o laici, se preghiamo e viviamo nella carità, diveniamo come
«vite feconda» e i frutti, anche se invisibili, sono reali. In parte li vediamo già ora ma solo
nell’eternità li contempleremo in tutta la sua pienezza. Nell’ultima Cena Gesù così afferma:
«In questo è glorificato il Padre mio; che portiate molto frutto e il vostro frutto rimanga.» (Gv
15,8)
Nella Genesi la benedizione di Dio passa ad Abramo che lo rende padre di una
discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia sul lido del mare (cfr. Gn
22,16-17).
Anche nel salmo leggiamo: «Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e
rigogliosi». (sal 92, 15). Ogni età è feconda grazie a Cristo Gesù che è il primogenito di
una moltitudine di fratelli.
Papa Francesco in piazza san Pietro il 3 settembre del 2014 così esordiva: «La Chiesa,
nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre nell’ascolto
della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore. La Chiesa è madre. La nascita
di Gesù nel grembo di Maria, infatti, è preludio della rinascita di ogni cristiano nel grembo
della Chiesa, dal momento che Cristo è il primogenito di una moltitudine di fratelli e il
nostro primo fratello Gesù nato da Maria, è il modello…Tutti noi siamo nati nella Chiesa.
Noi cristiani non siamo orfani, abbiamo una mamma, abbiamo una madre, e questo è
grande! La Chiesa è madre, Maria è madre».
Suor Sandra Künzli, O.S.A

Chiesa cattolica svizzera

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