Padre Alberto Maggi, il suo incontro con la malattia ora anche in un film

«L’esperienza del morire ha paradossalmente arricchito la mia vita»: è ciò che racconta padre Alberto Maggi nel libro «Chi non muore si rivede» (titolo che trae ispirazione dalla frase che pronunciò prima d’entrare in sala operatoria per un intervento rischioso nel quale avrebbe potuto rimetterci la vita). Il teologo, biblista e frate dell’ordine dei Servi di Maria, direttore del Centro Studi Biblici di Montefano (piccolo borgo delle Marche), nell’aprile del 2012 viene trasportato d’urgenza all’ospedale di Ancona dove trascorrerà tre lunghi mesi fra esami, cartelle cliniche e pericolose operazioni chirurgiche per una disseccazione dell’aorta. A sorreggerlo costantemente in questo percorso ci sono la sua straordinaria voglia di vivere e la sua fede allegra e contagiosa. Il libro, che per ammissione dello stesso padre Alberto, non avrebbe mai pensato di scrivere, nasce dai messaggi che inviava quotidianamente via facebook per comunicare e condividere con le persone il momento che stava vivendo. Si avverte dunque l’immediatezza del momento, il dolore e l’allegria, lo sconforto e la felicità, le lacrime e il riso. «Mi sono mostrato nella mia più completa fragilità e ho capito la verità dell’affermazione di San Paolo: ›Quando sono debole è allora che sono forte’», riferisce in un’intervista. Ora la sua storia è raccontata anche in immagini grazie ad un film diretto dal regista Bruno di Marcello, che ripercorre la drammatica vicenda di quei 75 giorni, ma anche il rapporto di padre Alberto con i medici e gli infermieri, il confronto difficile con la malattia, la salute ritrovata. Inoltre, la solitudine e l’immobilità forzata gli hanno fatto tornare alla mente tutta la sua esistenza, tra visioni di persone scomparse e ricordi: la difficoltà di farsi ordinare sacerdote, l’isolamento a Montefano, che è diventato il centro dal quale, via web, padre Alberto Maggi arriva al mondo intero. In «Un eretico in corsia» (questo il titolo del film) si ritrova e si rafforza grazie alle immagini l’amore per la verità che caratterizza il frate e che lo ha spesso visto contrapporsi alle istituzioni ecclesiastiche. Anche il film, come il libro, può aiutare molte persone a ritrovare la serenità e la fiducia per vivere situazioni difficili dell’esistenza grazie alle forza dei gesti e delle parola. È nella debolezza e nelle difficoltà che si possono ritrovare le forze per ricominciare: è questo il messaggio forte che si ritrova nel libro e nel film. Padre Alberto Maggi è molto conosciuto non solo per le sue competenze e conoscenze, ma anche per la sua capacità di divulgare in modo semplice i messaggi del Vangelo, anche attraverso le nuove modalità che in questo periodo di confinamento dovuto al coronavirus hanno trovato sempre più spazio. Il religioso ha seguito da vicino la realizzazione del film, resa possibile anche grazie ad una raccolta fondi lanciata su apposite piattaforme che ha coinvolto anche amici ticinesi. L’anteprima è prevista per il mese di settembre a Montefano e si stanno studiando le modalità per renderlo accessibile al più vasto pubblico. (KG)

Chiesa cattolica svizzera

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