Un'intervista immaginaria a...San Lorenzo

Nasci a Uesca in Aragona, completi gli studi umanistici a Saragozza e poi ti trasferisci a Roma. Perché ?

Roma era il centro della cristianità e il recarvisi significava risalire alle origini, alle radici stesse della nostra fede.

Vi sei andato anche per seguire il futuro Papa Sisto II ?

Era stato un mio apprezzato docente a Saragozza e certamente la sua partenza per Roma ha influito sulla mia. Il suo esempio e il suo insegnamento erano molto importanti per la mia vita di fede e di preghiera, come pure per la mia scelta di servire la Chiesa.

Quali incarichi hai ricevuto dalla Chiesa di Roma?

Sono stato promosso ad arcidiacono con il compito di coordinare i diaconi, in particolare quelli destinati al servizio dei poveri. Per questo amministravo le offerte che venivano raccolte fra i cristiani per poi distribuirle ai poveri che venivano da noi assistiti.

Nel 258, quando da poco sei giunto a Roma l’imperatore Valeriano con un suo editto ordina una crudele persecuzione contro i cristiani. Per quale motivo ?

Le persecuzioni contro i cristiani non erano particolarmente legate a motivi religiosi. Roma, che aveva conquistato popoli e terre, brulicava di conseguenza di varie forme religiose, portate dagli schiavi che vi erano stati condotti da regioni diverse. Alle altre religioni però l’autorità romana non badava, mentre si inferociva contro i cristiani

Per quale motivo?

Semplice la risposta. Il cristianesimo, seguendo fedelmente l’insegnamento del Vangelo, portava dei valori che disturbavano il violento imperialismo romano  e in particolare la schiavitù che per i romani era fonte di grande guadagno.

Quale fonte?

Gli schiavi, duramente strappati alle loro terre e trattati come merce di scambio, erano impiegati nei lavori più duri e pericolosi, a costo zero. Il cristianesimo con la sua chiara visione di fraternità universale si opponeva decisamente allo sfruttamento di esseri umani in modo tanto violento. L’autorità romana li costringeva perfino a combattersi fra loro fino alla morte per divertire il popolo, che così stava tranquillo.  Il cristianesimo, che giustamente condannava questa situazione, dava fastidio e accorreva combatterlo. Per questo i cristiani erano perseguitati. Del resto una Chiesa autenticamente fedele al Vangelo corre sempre il rischio di essere perseguitata, perché bisogna farla tacere.

Anche tu fosti arrestato ?

In quegli anni furono molti i cristiani che subirono il martirio, testimoniando la loro fede e divenendo un esempio e un annuncio molto più forti di tante parole. «Il sangue dei martiri è il seme dei cristiani», aveva detto Tertulliano vissuto un secolo prima di me e del quale avevo sentito parlare.

Lo stesso papa Sisto II venne decapitato. A riprova di quanto ho appena detto devo precisare  che non mi è stato chiesto di rinnegare la mia fede per avere salva la vita, ma di consegnare le offerte raccolte per i poveri e a loro destinate. Era ben cosciente che il mio rifiuto significava accettare il martirio.

Come sei andato alla morte ?

La morte è  sempre mistero ed anche paura. Solo nella croce di Gesù trovavo luce e coraggio in quel momento doloroso e tremendo.

Perché un martirio così crudele e doloroso?

Penso che il mio rifiuto di consegnare le offerte abbia dato fastidio e resa molto dura la mano di chi decideva la mia condanna.

La tradizione ha collegato le stelle cadenti delle notti estive, un fenomeno peraltro naturale, alle scintille scaturite dal fuoco che ti avvolgeva. Cosa diresti?

Parlerei di una visione poetica, delicata, anche sublime. Quel fuoco era diventato la mia luce mentre andavo verso la Luce.

Gianni Ballabio

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/unintervista-immaginaria-a-san-lorenzo/