Continua il lavoro della Commissione vaticana per il Covid-19: «Ci deve essere una globalizzazione della solidarietà»

La spesa per le armi può essere riconvertita in spesa in aiuti e per la sanità, per arginare gli effetti della pandemia di coronavirus. Lo chiede la Commissione vaticana per il Covid-19, composta dal Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e Presidente della Commissione Vaticana per il Covid-19, Suor Alessandra Smerilli, Coordinatore della Task-force Economia della Commissione Vaticana per il Covid-19 e Professore Ordinario di Economia Politica presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e Alessio Pecorario, Coordinatore della Task-force Sicurezza della Commissione Vaticana per il Covid-19 e Officiale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che martedì 7 luglio ha tenuto una conferenza stampa dal titolo «Preparare il futuro, costruire la pace al tempo del Covid-19».

Crescita senza precedenti della spesa in armi

La spesa militare globale nel 2019 è stata di 1,9 trilioni di dollari Usa, 300 volte il bilancio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero dello Sviluppo umano integrale e presidente della Commissione Vaticana per il Covid-19, serve globalizzare la solidarietà, perché nonostante la crisi del coronavirus, si continua a spendere in armi. «Mentre oggi – dice il porporato – si destinano somme senza precedenti alle spese militari (compresi i più grandi programmi di modernizzazione nucleare), i malati, i poveri, gli emarginati e le vittime dei conflitti sono colpiti in modo sproporzionato dalla crisi attuale. Finora, le crisi interconnesse (sanitaria, socio-economica ed ecologica) stanno allargando il divario non solo tra ricchi e poveri, ma anche tra le zone di pace, di prosperità e di giustizia ambientale e le zone di conflitto, di privazione e di devastazione ecologica. Non ci può essere guarigione senza pace».

L’invito del Cardinale Turkson è chiaro: «Abbiamo bisogno di una leadership globale che possa ricostruire legami di unità, rifiutando al contempo il capro espiatorio, la recriminazione reciproca, il nazionalismo sciovinista, l’isolazionismo e altre forme di egoismo». «Non ci dovrebbero essere atomi per la guerra, ma per la pace – ribadisce il Cardinale Turkson in conferenza stampa – ci deve essere una sola lotta nel mondo e questa deve essere solo contro il covid-19. Noi riceviamo richieste di aiuto dallo Yemen, perché c’è una guerra. Quindi i bisogni legati al Covid sono peggiorati dalla presenza di conflitti. Da tutto il mondo si cerca di porre rimedio a questi problemi. Ci deve essere una globalizzazione della solidarietà, questo è molto importante per la nostra Commissione».

«La pandemia ha rivelato la vera portata della nostra interconnessione. Sappiamo che la salute è un bene comune globale e che anche i servizi di prevenzione e cura devono essere globali. In particolare, la salute globale deve essere considerata un bene comune nel senso che tutti ne hanno diritto, ma anche pari responsabilità nel promuoverla», commenta in conferenza stampa Suor Alessandra Smerilli, Coordinatore della Task-force Economia della Commissione Vaticana per il Covid-19.

 »Devono essere fatte delle scelte. Le forniture mediche, la sicurezza alimentare e la ripresa economica incentrata sulla giustizia sociale e sull’economia verde richiedono risorse che possono essere sottratte al settore militare nel contesto di un rinnovato controllo degli armamenti», conclude Alessio Pecorario, Coordinatore della Task-force Sicurezza della Commissione Vaticana per il Covid-19 e Officiale del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.

Agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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