«L'amore basta?». In un libro le tre domande da porsi prima delle nozze

«Io accolgo te come mio sposo/mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita». Sono le parole della formula del matrimonio celebrato in chiesa, che gli sposi pronunciano di solito con emozione, ma anche con convinzione. Spesso poi, a volte dopo solo pochi mesi, tutto finisce, la coppia non regge di fronte alle inevitabili difficoltà della vita e alla convivenza quotidiana e si arriva alla separazione. E’ l’esperienza vissuta quotidianamente da Francesca Squarcia, avvocato del Foro di Roma e del Tribunale apostolico della Rota romana, che da molti anni ricopre l’incarico di Patrono Stabile presso il Tribunale di Prima Istanza del Vicariato di Roma.

Nel libro l’indicazione di un percorso per una scelta matura
Da questo impegno professionale è nato il suo primo libro, pubblicato di recente per la Collana Famiglia Oggi dell’editrice Città Nuova, dal titolo «L’amore basta?» e con il sottotitolo: tre domande da farsi prima del matrimonio. L’autrice intende proporre così un percorso per aiutare i giovani fidanzati a creare le fondamenta di un progetto di vita insieme, solido e duraturo. Il libro è pensato anche per tutti coloro che, ricoprendo ruoli diversi, sono chiamati a sostenerli in un cammino consapevole verso il matrimonio e la famiglia, perchè possano vivere in pienezza la bellezza e la grandezza dell’amore coniugale. Ma quali le ragioni del fallimento di tante coppie? A rispondere, ai microfoni di Vatican News, è la stessa Francesca Squarcia.

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ESTRATTO

Lei sostiene che oltre a promettere fedeltà una persona, sposandosi si dovrebbe accettare di essere fedeli anche a un progetto. E’ importante dunque vivere il matrimonio come vocazione. Insomma, rifacendoci al titolo: l’amore basta?

R. – Certamente l’amore basta, ma un amore che diventa sempre più grande, un amore speciale che unisce in sé il dono di se stessi con l’accoglienza dell’altro e la realizzazione di un progetto. Questo ci porta a un salto di qualità: l’amore non è più un sentimento, non è un’emozione o un’esperienza che viviamo insieme, ma è una scelta di vita che ci porterà a vivere un amore sempre più grande che farà bene al matrimonio ma anche a ciascuno di noi singolarmente. Però la difficoltà che incontriamo oggi è proprio questa: che quando si parla di amore per l’altro si intende: «ma l’altra persona mi va bene o non mi va bene, collima con i miei interessi o no.» In realtà questo è un primo step di analisi, ma dopodiché l’altro lo devi accogliere per quello che è, e viceversa. Quindi voglio dire che fin quando non si arriva a questa accettazione integrale, il matrimonio non potrà mai durare perché si troverà sempre qualcosa che ci differenzierà, che ci renderà difficile l’accettazione dell’altro, qualcosa dell’altro che ci deluderà ecc…

Chiesa cattolica svizzera

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