Dopo 14 anni il card. Bagnasco saluta Genova. Le parole dell'omelia piene di commozione

Il Cardinale Angelo Bagnasco si è accomiatato mercoledì sera da Arcivescovo di Genova celebrando la Messa solenne nella Cattedrale di San Lorenzo. Il Papa a fine maggio ha accettato la rinuncia per raggiunti limiti di età del porporato e ha chiamato a succedergli l’Arcivescovo eletto Marco Tasca. Il Cardinale Bagnasco ha salutato così l’Arcidiocesi che ha guidato per quasi 14 anni.

«Giunto ora all’ultima rampa del mio pellegrinaggio desidero indirizzarvi ancora – ha detto il Cardinale nell’omelia – alcune parole. Dico una parola a voi bambini, germoglio della vita: sappiate ringraziare e siate docili a chi vi ama con amore puro. Scrivo a voi adolescenti: non abbiate paura delle vostre interiori turbolenze, Gesù vi è accanto, ascoltate la sua voce. Scrivo a voi giovani, primavera del mondo: non sbagliate la vita. Esistono altezze che neppure si possono immaginare, ma che l’anima può raggiungere e che vi aspettano. La cultura di oggi non vuole che siate persone consapevoli e libere, ma ricordate: solo la verità libera da menzogne e miti, e la verità è Cristo. La sua parola è alta ma non tradisce».

«Scrivo a voi famiglie – ha aggiunto ancora il porporato – culla insostituibile della vita, palestra di umanità e di fede. Voi non siete qualcosa da sostentare, ma la prima realtà su cui investire. Siete il patrimonio più grande, senza di voi non c’è futuro. La Chiesa vi è vicina: siate focolari di preghiera e di rigore educativo. Scrivo a voi adulti, che siete nel pieno delle forze e che avete responsabilità gravi: non è importante sentirvi importanti, ma essere utili. In ognuno di noi c’è qualcosa che nessuno può strapparci o uccidere. Scrivo a voi anziani: non siete nostalgici narratori del passato, ma depositari di una saggezza che indica ciò che vale. Gli anni ci hanno fatto vagliare le cose e guardiamo le giovani generazioni con affetto. Il nostro sguardo forse è segnato dal disincanto, ma non certo dal pessimismo che rende amari i giorni e intristisce gli altri. Di questo sguardo, patinato di fiducia e pazienza, il mondo ha bisogno».

Ai sacerdoti – chiamati amici dal Cardinale – un grazie «per la pazienza che avete avuto e per la benevolenza con cui mi avete accolto. Perdonate ciò che posso avere trascurato. Siamo dei poveri uomini, ma abbiamo consacrato la vita per la salvezza delle anime: non cerchiamo glorie umane, ma la gloria di Dio. Avanzando gli anni, questa verità brilla come il sole e pacifica».

Il grazie del Cardinale Bagnasco si è esteso a religiose, religiose e seminaristi.

Il pensiero è stato rivolto anche ai lavoratori, categoria da sempre nel cuore del Cardinale. «Se sarò considerato vostro amico sarà per me un onore: la vostra vicinanza mi ha ricordato il duro lavoro di mio padre in fabbrica, e di mio nonno nel nostro porto. Spesso nei vicoli mi avete fermato per un saluto, una confidenza, una preghiera, un caffè. Confesso che questi semplici gesti mi hanno incoraggiato, e resteranno tra i ricordi più belli».

E dopo il grazie ai giornalisti, ecco l’abbraccio a Genova. «Davanti a Papa Francesco  ha concluso il Cardinale  ti ho descritta come un dieselnon ti concedi a facili entusiasmi, ma osservi, valuti, e poi – messa in moto – parti con coraggio e punti alla meta. La tua storia spiega un riserbo che può apparire distacco, ma che in realtà preserva la bellezza della tua anima, custodisce la preziosità dei tuoi sentimenti, quei sentimenti che ho visto tante e tante volte percorrendo le tue strade. Grazie, Città bella ed esigente, perché mi hai accolto come tuo Pastore e insieme abbiamo camminato».

Agenzie/red

Chiesa cattolica svizzera

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