Religione a scuola: il grazie dell'Ufficio diocesano a tutti gli insegnanti

«Un altro anno è finito…un grazie particolare!». È questo il titolo che don Rolando Leo, direttore dell’Ufficio Insegnamento Religioso Scolastico (UIRS) della diocesi di Lugano, ha voluto dare alla sua lettera per ringraziare tutti gli insegnanti di religione che hanno offerto il loro servizio nell’ultimo anno, segnato nella seconda metà dall’emergenza Coronavirus.

«Vorrei esprimere il mio grazie», sottolinea don Leo, «a tutti coloro che si sono impegnati davvero per rendersi utili nelle sedi scolastiche, che si sono resi reperibili e che hanno collaborato negli istituti, solidarmente, per far sentire unità d’intenti nella scuola e per essere stati vicini ai ragazzi attraverso le lezioni a distanza».

Un anno insolito, a causa della chiusura delle scuole che ha costretto anche i docenti di religione ad adattarsi alle nuove circostanze delle lezioni a distanza. Don Leo riflette: «Le prime settimane sono state molto difficili, poi pian piano la didattica è ripartita. I docenti sono stati messi nelle condizioni di proseguire l’attività: qualcuno ha fatto più fatica, ma molti hanno saputo cogliere le opportunità della nuova situazione».

Tra i segnali più positivi, secondo don Leo, la creazione di reti e collaborazioni facilitata anche dai materiali condivisi sul sito dell’UIRS: «C’è stato un proficuo scambio di schede didattiche, sono state create chat tra i docenti, qualcuno ha tenuto sempre lezioni in teleconferenza mentre altri, soprattutto alle elementari, hanno inviato materiali alle famiglie mediante la posta cartacea».

La situazione è stata differente proprio tra scuole elementari e medie: «Alle elementari le attività dipendevano soprattutto dalla sensibilità dei singoli docenti o delle Direzioni. Dopo l’entusiasmo iniziale ci si è resi conto che la scuola a distanza appesantiva i ragazzi: per questo si è deciso di rallentare un po’ il ritmo, un’indicazione che ho pienamente condiviso». Alle medie invece la didattica ha una dinamica più centralizzata: «L’organizzazione cantonale» sottolinea don Leo «ha permesso di scandire bene il lavoro, e così circa 70 docenti hanno potuto raggiungere con continuità i loro studenti».

Dopo l’11 maggio, data di riapertura delle scuole, l’insegnamento di religione alle elementari è terminato, mentre per le medie è proseguito nella modalità della didattica a distanza. Il bilancio finale, comunque, rispecchia un’esperienza inattesa che però ha fatto emergere anche nuove opportunità: «La presenza degli insegnanti di religione in questi mesi di pandemia», dice don Leo, «è stata accolta con benevolenza: abbiamo ricevuto diversi feedback positivi sull’impegno dei nostri docenti. Un grazie speciale va alle donne, che a tutti i livelli hanno offerto un contributo straordinario per tenere in piedi le attività scolastiche».

Il futuro si presenta incerto: gli scenari sulla ripresa della scuola vanno da un ritorno alla normalità, al rischio di un eventuale nuova chiusura. «Nei mesi della pandemia», conclude don Leo, «abbiamo imparato molto, in particolare per quanto riguarda l’utilizzo delle nuove tecnologie. L’errore più grande sarebbe credere che la scuola può esistere senza relazioni personali, che sono il cuore di ogni insegnamento. A prescindere da quali saranno le condizioni per il nuovo anno scolastico, dovremo farci trovare pronti nel nostro compito di docenti, ma soprattutto di educatori e testimoni».

Chiesa cattolica svizzera

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