Gli USA aspettano il loro Santo afroamericano

Il razzismo negli Stati Uniti attraversa la storia del paese ma anche lo stesso cattolicesimo, mostrando ferite profonde. La morte di George Floyd, un afroamericano disarmato ucciso una settimana fa dalla polizia, durante un arresto a Minneapolis, ha portato in piazza tante manifestazioni pacifiche ed alcune proteste violente. I vescovi americani, a cominciare dal presidente dell’episcopato statunitense, l’arcivescovo Gomez, hanno condannato il fatto di sangue e il razzismo, appoggiato le proteste pacifiche dilaganti e chiesto di arrestare la violenza laddove si è verificata. Eppure ci sono frange del cattolicesimo americano schierate sul fronte opposto. Il tutto ad un anno esatto, il 12 giugno, dalla proclamazione a «venerabile» della Chiesa cattolica di colui che probabilmente sarà il primo santo afroamericano, un ex schiavo: Augustine Tolton (1854-1897). Tolton nasce a Brush Creek, Sud degli Stati Uniti, il 1° aprile 1854, figlio di schiavi e destinato a quella vita. A 9 anni arriva a Quincy, nell’Illinois, dove sua madre, schiava rimasta vedova, si rifugia con lui e gli altri due figli. Una fuga rocambolesca quella della donna: l’avessero catturata la punizione prevista per una schiava fuggiasca era il taglio di un piede e la consegna dei bambini ai mercanti di schiavi. Augustine, grazie alle suore di Quincy, riesce a studiare e mostra il desiderio di entrare in seminario ma viene respinto da tutti i seminari americani per un’unica ragione: è «negro». Anche i padri francescani di Teutopolis, pur ben disposti ad accoglierlo, non possono rischiare di subire pregiudizi razziali. Dopo domande infinite, Tolton riesce ad ottenere la possibilità di recarsi a Roma per studiare. Nella città eterna diventa prete nel 1886. Il suo sogno di partire in missione per l’Africa si infrange il giorno precedente l’ordinazione, quando i superiori gli annunciano che farà ritorno negli Stati Uniti. La meta è Quincy, inviato come «apostolo dei neri» (così si diceva allora). Ma a Quincy lo attendono i pregiudizi razziali fomentati da un confratello presbitero che lo chiama «quel prete negro ». Così, dopo pochi anni, lascia Quincy per Chicago dove inizia un nuovo ministero con la comunità dei cattolici di colore della città. Celebra Messa in un negozio messo a disposizione dal proprietario, predica mostrando una notevole cultura, i fedeli accorrono. Nel 1891 diventa necessaria la costruzione di una chiesa che sarà dedicata a Santa Monica. La futura Santa Katharine Drexel (fondatrice di istituzioni educative per i ragazzi di colore e gli amerindi segregati dal razzismo), canonizzata da Giovanni Paolo II il 1° ottobre 2000, assicura a Tolton il sostegno finanziario alla nuova parrocchia. La povertà affligge così tanti abitanti della comunità afroamericana che padre Augustine spende quasi tutte le sue giornate nelle vie e nei vicoli maleodoranti e malsani di Chicago, visitando i poveri, in tuguri infestati dai ratti. Provato, Augustine Tolton muore per un malore a 43 anni, il 9 luglio 1897. La sua vita riuscita secondo Dio, nonostante il razzismo, è un messaggio che parla all’America di ieri e di oggi, più che mai. (CV)

Chiesa cattolica svizzera

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