Ticino: il nuovo numero della rivista «Arte e cultura» rivela il fascino di Negrentino

È uscito in questi giorni il quindicesimo numero della rivista «Arte e Cultura» (Fontana Edizioni) dedicato alla meravigliosa chiesa di Sant’Ambrogio vecchio a Negrentino, perla dell’architettura romanica in Ticino, recentemente restaurata.

«A parte le qualità artistiche intrinseche, Negrentino è di sicuro una chiesa che emana un grande fascino: per la sua posizione, la sua storia, le sue decorazioni, i suoi misteri», così scrive nell’editoriale Giorgio Mollisi, direttore di «Arte e Cultura». A lui abbiamo chiesto di presentarci questo affascinante monumento delle nostre terre e la pubblicazione da lui curata.

Dott. Mollisi, perché dedicare un numero della rivista alla chiesa di Negrentino?

La chiesa di Sant’Ambrogio vecchio a Negrentino, oggi chiesa di San Carlo, è considerata una delle chiese più interessanti del Ticino, per i suoi affreschi romanici e tardogotici, oltre che per la sua architettura a due absidi. Inoltre, l’affresco romanico della controfacciata è considerato uno dei più importanti della Svizzera. La scelta su Negrentino era, quindi, quasi d’obbligo. Ci sono però altre ragioni che ci hanno spinto a pubblicare un volume su questa chiesa: la prima è che mancava una monografia completa dal 1977 quando
don Isidoro Marcionetti pubblicava il suo libro. La seconda ragione è che la chiesa era fresca di restauro e
quindi ci sembrava il momento più adatto per contribuire a far conoscere in modo completo questo straordinario monumento di arte e di fede. La terza ragione è che Negrentino, malgrado sia stata studiata da
numerose personalità del mondo accademico internazionale fin dall’Ottocento, non ha mai svelato completamente i suoi segreti. Ci sembrava opportuno, quindi, fare il punto sulle ricerche ad oggi acquisite e integrare con alcune nostre osservazioni e scoperte quanto fin qui pubblicato. Era compito arduo dire
qualcosa di nuovo su questo monumento così importante e studiato, ma per il nostro gruppo di storici,
studiosi dell’arte e di architettura è stata una sfida che ci ha portato a chiarire alcuni punti e a proporre
nuove ipotesi soprattutto sul fronte iconografico e iconologico.

Cosa rappresenta questo monumento per il Ticino?

Prima di tutto si tratta di una chiesa che custodisce l’affresco romanico più interessante di tutto il Ticino, con una iconografia che sarà poi parzialmente ripresa anche in altre chiese del Cantone, non da ultimo dall’affresco della controfacciata della cattedrale di San Lorenzo a Lugano. Inoltre Negrentino è un condensato di arte tardogotica di due botteghe più importanti del Ticino, vale a dire quella dei Seregnesi e quella di Antonio da Tradate.

Quali sono le novità della chiesa dopo i lavori di restauro?

Gli ultimi restauri hanno interessato gli affreschi e il Crocefisso ligneo cinquecentesco. Oggi è un piacere
capire il rapporto fra la primitiva chiesa dedicata al Cristo trionfante e la parte aggiunta successivamente
dedicata alla Madonna. Non a caso il saggio del professor Andrea Spiriti titola: «Ad Christum per Mariam»,
vale a dire «raggiungere il Cristo attraverso Maria». Affascinanti e commoventi alcune scene della vita della Vergine così come gigantesca appare la presenza del santo titolare della chiesa: Sant’Ambrogio, rappresentato più volte. Non bisogna dimenticare che Negrentino apparteneva alla diocesi milanese e quindi devota al Santo patrono di Milano.

Quali sono le nuove scoperte pubblicate in questo numero di Arte e Cultura?

Si tratta di nuove ipotesi, tra cui quella che riguarda l’affresco romanico, che deve essere letto tenendo
conto di ciò che probabilmente esisteva tra XI e XII secolo nella primitiva navata e nella successiva abside, poi distrutto. Quello che affascina il discorso del professor Saverio Lomartire è l’interpretazione che
propone studiando lacerti di affresco (oggi ancora in restauro) che si trovano nella parte inferiore del Cristo trionfante, in cui si vede una scena infernale con un diavolo che divora due anime (due corpi nudi) e
di cui ne rimane uno solo. La figura di un monaco invece esce dalla bocca dell’inferno, cioè si salva, perché
gli altri monaci pregano Dio di liberare il loro confratello dalla bocca malefica. Un’interpretazione che,
rifacendosi a due testi antichi, dimostra come a Negrentino ci sia la condensazione di due temi iconografici in uno solo. Quella della presenza del Cristo trionfante non solo per il Giudizio finale (che qui non è
ancora avvenuto) ma anche per ribadire il valore della memoria del suo sacrificio attraverso la preghiera che rimette i peccati e salva dalla dannazione eterna.

Come è avvenuta la vostra ricerca?

Compito degli studiosi (ben sette impegnati su questo volume) è stato innanzitutto quello di conoscere la
bibliografia sterminata già esistente sulla chiesa di Negrentino, ognuno per la parte attinente all’argomento
assegnato. Fondamentale la ricerca archivistica, soprattutto presso l’Archivio Storico Diocesano di Lugano
e presso l’Archivio della parrocchia di Prugiasco, i continui sopralluoghi in sede e gli utili confronti sulle idee
e sulle ipotesi di lavoro, a volte anche contrastanti.

La copertina del volume.

Il volume è acquistabile presso la Fontana Edizione o tramite abbonamento per 4 volumi annuali della collana (informazioni fontanaedizioni.ch).

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/ticino-il-nuovo-numero-della-rivista-arte-e-cultura-rivela-il-fascino-di-negrentino/