Giubileo dell'Ordo Virginum. La testimonianza di due svizzere. «La risposta alle nostre preghiere»

L’Ordo Virginum celebra il suo Giubileo a 50 anni dal rinnovo del rito di consacrazione. Il Papa oggi ha scritto alle «sorelle» consacrate di tutto il mondo un caloroso messaggio. In Svizzera le consacrate dell’Ordo Virginum sono una sessantina, presenti in 5 su 6 diocesi. Quattro consacrate sono nella Svizzera italiana. Christine Durret di Losanna e Sonja Eicher di Horw hanno incontrato questa particolare forma di consacrazione molto giovani.

La prima volta che Christine Durret, che abita a Losanna, ha sentito parlare delle vergini consacrate è stato 19 anni fa, quando aveva 22 anni. Ad evocarlo era stato un suo accompagnatore spirituale, ma in quel periodo, nonostante fosse già alla ricerca della sua vocazione, non l’aveva percepito come un segnale. Dieci anni più tardi le cose sono andate diversamente. «Nello spazio di un breve periodo più persone e più avvenimenti mi hanno messo di fronte a questa vocazione», ci racconta. «Vari amici, in momenti diversi, mi hanno parlato dell’Ordo Virginum, così come pure un parroco al quale mi ero rivolta». Christine sente la chiamata di Dio e intraprende le pratiche per approfondire questa sua vocazione: prende contatto con altre consacrate dell’Ordo Virginum e in seguito con il vescovo di Losanna, Ginevra e Friborgo, Charles Morerod. Christine lavora come Assistente alla clientela alle Ferrovie Federali Svizzere (FFS) e, non avendo ancora ottenuto risposta dal vescovo, si affida a Nostra Signora della Medaglia Miracolosa della quale porta l’effigie chiedendo al Signore di ottenere la grazia di incrociare il vescovo sul treno. E così è stato. Grazie a questo evento «casuale» Christine può fissare un incontro in curia vescovile. «Il vescovo Morerod mi ha dato la sua approvazione e mi ha chiesto di proporre una data per la consacrazione», racconta Christine. La scelta cade sull’8 dicembre 2013, festa dell’Immacolata Concezione, confermata dal vescovo il 27 novembre, festa di Nostra Signora delle Medaglia Miracolosa. Dalla consacrazione sono trascorsi 7 anni. La vita di Christine è continuata come prima, ma illuminata dalla preghiera. «Raccolgo le intenzioni del mondo per donarle a Dio. Seguo la liturgia delle ore e partecipo all’Eucaristia quotidiana. Vivo, come ogni vergine consacrata, secondo una regola di vita personale che ho scritto e che è stata approvata dall’autorità ecclesiastica. E mi impegno a alimentare ed approfondire il mio percorso spirituale», evidenzia Christine. La sua scelta di vivere da vergine consacrata ha fatto sorgere molto domande attorno a lei, in particolare nel suo ambito famigliare. «Non tutti hanno capito la mia scelta, ma si sono resi conto che essa mi fa sentire felice e quindi alla fine l’hanno accettata», ci confida.

Sonja Eicher che abita a Horw ha sempre avuto le idee chiare: voleva consacrare la sua vita a Dio, ma non voleva entrare in un convento. Con questo desiderio, un giorno ha suonato alla porta dell’abbazia benedettina di Einsiedeln. «Ho pensato: qui posso chiedere una benedizione, anche se non posso essere consacrata». Al frate che l’ha accolto ha esposto il suo dilemma. Il consiglio che ottiene è quello di contattare l’allora abate del monastero, Martin Werlen, cosa che fa di lì a pochi giorni. Il desiderio di Sonja di essere presto la sposa di Dio viene «frenato» da Werlen che le spiega che per questo è necessario presentare una candidatura e le suggerisce di farsi accompagnare in questo percorso da un padre spirituale. «Ho preso contatto con questa persona, che constatando la mia grande motivazione, mi ha aiutato e dopo un certo tempo ho ottenuto tutte le approvazione necessarie», racconta Sonja. Sonja è stata consacrata il 26 febbraio, di 15 anni fa, nella cappella della casa dei Schönstatt-Patres di Horw, dove da più di trent’anni presta servizio alla comunità dei padri anziani pensionati. Ricorda questo giorno con particolare emozione. «È stato per me chiaro, fin da subito, che non poteva esserci altra vita che quella legata a Dio. Sono la sposa di Cristo e a lui rivolgo le miei preghiere: non c’è cosa più bella». Questo speciale legame con Cristo, fa sentire Sonja più sicura e più felice. «Siamo donne consacrate, inviate da Dio in mezzo alle donne e agli uomini di oggi per aiutarli e sostenerli: questo è per me il più grande regalo», sottolinea. Nel particolare periodo del lockdown dovuto alla pandemia, in cui il culto è stato limitato, Sonja ha mantenuto fermo il proposito della preghiera per sé e per gli altri.

Qui la testimonianza della ticinese Manuela Masone

red (catt.ch)

Chiesa cattolica svizzera

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