Monache del Medio Evo, donne forti: una mostra a Zurigo

Jacques Bersetcath.ch

Per secoli, in una civiltà dominata dagli uomini, «la vita contemplativa dedicata alla preghiera non è stata l’unica motivazione che ha spinto le donne a entrare in convento». Lo afferma Christine Keller, curatrice della mostra Le monache. Donne forti nel Medioevo, che sarà in esposizione al Museo nazionale svizzero di Zurigo fino al 16 agosto 2020.

Infatti, soprattutto nel Medioevo, il convento poteva rappresentare per molte donne una via di fuga. Oltre alle convinzioni religiose o al desiderio di spiritualità, che erano senz’altro reali, c’erano anche motivi molto diversi per scegliere la vita di clausura: sottrarsi alle rigide regole familiari, evitare il matrimonio forzato o sperare di acquisire un’istruzione.

Christine Keller, curatrice della mostra ‘Le monache. Donne forti nel Medioevo

Molto più che donne votate unicamente alla vita ascetica

Non tutte le suore avevano scelto di loro volontà la vita monastica. Per esempio alcune figlie di famiglie nobili o di sangue reale erano state estromesse dalle loro stesse famiglie per motivi politici, dinastici o economici. «Costrette a stare in convento fin dall’infanzia, rimasero lì fino alla morte», osserva Christine Keller.

Nel corso di questa ricca esposizione, scopriamo suore che furono amministratrici, teologhe, mistiche e studiose. Le religiose del Medioevo erano molto più che donne che vivevano solo nell’ascetismo, per le quali esisteva soltanto il mondo protetto dal recinto del convento. «Hanno governato, hanno gestito denaro e profitti, sono state politicizzate e talvolta è persino successo che alcune rimanessero incinte… Nel Medioevo, le suore avevano una vita molto diversa da quella che immaginiamo», scrive sul suo blog lo storico e responsabile delle comunicazioni del Museo nazionale svizzero Andrej Abplanalp.

Museo nazionale svizzero – Mostra ‘Monache nel Medioevo’ | © Jacques Berset

Riabilitare le donne che sono state nell’ombra per troppo tempo

«Il viaggio di queste donne è stato a lungo trascurato. Sono state escluse dalle mostre», spiega la curatrice Christine Keller. «È di loro, delle persone che vogliamo parlare, non delle istituzioni. La vita di quindici donne è il tema centrale della mostra, che evidenzia vari aspetti come l’educazione, l’influenza politica, gli studi eruditi, il misticismo e i movimenti di riforma. Alcune erano per un rinnovamento più rigoroso della vita monastica, altre invece erano fortemente contrarie. Questo è il caso della comunità del convento domenicano di Klingenthal nella Piccola Basilea», ha dichiarato ancora Keller, storica dell’arte originaria di Basilea ma residente a Zurigo.

Un’installazione all’interno della mostra | © Musée national suisse

Nell’epoca della Riforma, infatti, si fecero insistenti le richieste di tornare al rispetto della regola monastica originale. Le maggiori resistenze arrivarono soprattutto dalle suore discendenti dell’alta nobiltà. Dal momento che disponevano nei conventi di proprietà personali e determinate libertà, esse respinsero generalmente le richieste di riforma. Già nel XIV secolo, situazioni simili si verificarono ad esempio nel caso di alcune suore dei conventi domenicani di Oetenbach a Zurigo, di Sankt Katharinental vicino a Diessenhofen, in Turgovia e di Klingenthal.

La mostra, che non tratta della realtà delle suore contemporanee – se non attraverso alcuni video – è per Christine Keller l’opportunità di riabilitare le donne che sono rimaste nell’ombra per troppo tempo. L’esposizione vuole anche aprire un dibattito sull’influenza decisiva, ma ancora sottovalutata, di queste monache nel campo della teologia.

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Di seguito, la presentazione della mostra sul sito del Museo nazionale svizzero:

Chiesa cattolica svizzera

https://www.catt.ch/newsi/monache-del-medio-evo-donne-forti-una-mostra-a-zurigo/