Mons. Olivero guarito dal Covid spiega la potenza di un abbraccio: «Le relazioni non sono solo nella testa».

Con l’esperienza dell’isolamento «ci siamo resi conto le relazioni sono proprio essenziali per vivere, compresi gli abbracci, che non sono solo una romanticheria. Sono una espressione vera di relazione, una parte importante e integrante della relazione».

A parlare è mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo (To), guarito dal Coronavirus dopo 40 giorni trascorsi in ospedale durante i quali ha rischiato la vita. In un video che sta girando su Whatsapp racconta e descrive la bellezza dell’abbraccio, «perché stiamo provando tutti quante sarebbe bello abbracciarci, darci la mano». «Ci siamo resi conto – dice – che le relazioni non sono solo nella testa. È bello pensarci, portarci nel cuore, ma noi abbiamo bisogno di vederci, di mangiare pane e salame insieme, di cose concrete. E dunque di abbracciarci, di darci la mano, di ridere, di scherzare, di sentire la voce diretta dell’altro». Il vescovo di Pinerolo ricorda che »l’abbraccio vuol dire due cose enormi: allargare le braccia è il gesto antico per dire ›non uso armi contro di te’, non ho da difendermi perché mi fido di te. Abbracciare vuol dire ›sono disarmato’, non mi difendo. Stringere le braccia intorno al corpo delle persone significa ›io ti voglio dentro la mia vita’. Mi fido di te e sei talmente importante che ti voglio nella mia vita. Questa è la potenza simbolica dell’abbraccio». 

Sir/red

Chiesa cattolica svizzera

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